Porto Vecchio, Mizzan: «Trovare l’Immaginario scientifico di Trieste resta difficoltoso. E il divieto alla rotonda scoraggia la gente»

La direttrice della realtà scientifica insediata al “Magazzino 26” fra bilancio dell’attività e problemi del comprensorio

Giovanni Tomasin
Serena Mizzan direttrice dell’Immaginario Scientifico (Lasorte)
Serena Mizzan direttrice dell’Immaginario Scientifico (Lasorte)

TRIESTE Con più di 30 mila visitatori dall’inizio dell’anno, il museo dell’Immaginario scientifico al Magazzino 26 è l’istituzione che più di ogni altra sta tenendo “vivo” il Porto vecchio in questi anni di cantieri. Al di là delle scintillanti prospettive future, la direttrice Serena Mizzan è la persona più indicata a cui chiedere quali sono le necessità dell’area in questi anni di infrastrutturazioni e cantieri.

Direttrice Mizzan, chi viene a visitare l’Immaginario?

«I nostri visitatori si dividono principalmente in due categorie. Da gennaio a maggio arrivano in prevalenza scolaresche, mentre da giugno a fine agosto ci sono i turisti, soprattutto famiglie. In grandissima maggioranza sono stranieri, con una grande preponderanza di famiglie di lingua tedesca».

Come si trovano al Magazzino 26?

«Quello che tutti ci segnalano è la difficoltà di trovare il luogo. Vengono appositamente qui perché sanno che c’è l’Immaginario, ma trovarlo non è scontato. Oltre a questo, i vari disagi che incontrano per arrivare».

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Quali sono i problemi?

«Il problema principale per chi vuole accedere ai diversi istituti che operano all’interno del Porto vecchio è che alla rotonda di viale Miramare si trova un segnale di divieto di transito. Le persone si scoraggiano, ma in realtà la strada è percorribile per ulteriori 400 metri, che sono parecchi soprattutto se li si attraversa a piedi in un contesto desolante e desolato. Tutto ciò sebbene i punti di interesse non manchino, tanto dentro al Magazzino 26 quanto dal punto di vista architettonico, penso alla centrale idrodinamica».

Cosa si potrebbe fare?

«Delimitare bene i percorsi pedonali e i parcheggi per le auto, sistemare le transenne dei cantieri in modo ordinato e coerente, amplificare la segnaletica che c’è ma non è sempre sufficiente a guidare le persone che non conoscono il posto. Se possibile, anche dei piccoli interventi di conforto».

il caso
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Di che tipo?

«Ad esempio delle panchine e delle tettoie per proteggere le persone dal sole e dalla pioggia. Non dipende dalle istituzioni, ma anche un bar sarebbe importante. Non solo per i visitatori del 26, ma anche per gli studenti di infermieristica che ormai sono parte della piccola, ma non così piccola, comunità che tiene vivo il Porto vecchio».

Come convivete con i cantieri in corso?

«Siamo un po’ soffocati da tutti i mezzi che vi affluiscono. Sarebbe importante evitare la sosta di mezzi pesanti nei pressi del centro congressi. Fanno sembrare tutto un grande cantiere, mentre appunto questo è uno spazio già abitato, una piazza, che della piazza dovrebbe avere i caratteri di ordine e accoglienza. Noi siamo molto fiduciosi nei progetti di grande rilancio di tutto lo scalo, ma con pochi soldi si potrebbe dare dignità a quest’area già da ora».

Il trasloco di Immaginario è stato lungo e travagliato da ripetuti ritardi, ora si è concluso?

«Siamo operativi sull’intera superficie che ci è stata assegnata ma ci sono ancora delle questioni aperte sugli impianti».

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