Porto vecchio liberato anche in Consiglio
Gli integralisti del Punto Franco Nord alla fine vengono “scaricati” da tutti e restano senza nemmeno un sostenitore all’interno del Consiglio comunale i cui componenti, va ricordato, sono democraticamente eletti da tutti i triestini. Al termine di una maratona, pur a tratti grottesca, terminata all’una e 43 del mattino, la mozione della maggioranza che, riprendendo l’intervento del sindaco Roberto Cosolini, traccia la road map dello spostamento del Punto Franco e della sdemanializzazione dell’area, non raccoglie nemmeno un voto contrario. Non solo, la cosiddetta maggioranza della jota che al centrosinistra già assommava Roberto Antonione pur leader del centrodestra alle elezioni e Franco Bandelli e Alessia Rosolen di Un’Altra Trieste, si arricchisce anche di Roberto De Gioia, della Lista civica indipendente ex rappresentante della Lega Nord. Il documento ottiene così 25 voti favorevoli, astenuto Claudio Giacomelli di Fratelli d’Italia in Comune nel gruppo misto, mentre sette consiglieri non prendono parte al voto: Everest Bertoli e Piero Camber di Forza Italia, Lorenzo Giorgi del Pdl, Michele Lobianco di Impegno civico, Paolo Menis e Stefano Patuanelli di M5S e Paolo Bassi del Gruppo misto. Nessun voto contrario.
La mozione, tra l’altro impegna sindaco e giunta sull’identificazione assieme agli altri enti interessati dei siti idonei al trasferimento del Punto Franco, a realizzare un’Unità di progetto all’interno del Comune e una cabina di regia per gestire le fasi attuative del processo, a coinvolgere un soggetto specializzato per la presentazione del progetto su scala internazionale e i cittadini e lo stesso Consiglio comunale in un confronto continuo sullo sviluppo delle varie fasi. Approvata anche con 18 voti favorevoli e 14 astenuti la mozione di Marino Sossi, Daniela Gerin e Mario Reali di Sel che impegna il sindaco a richiedere al governo la definizione dei decreti attuativi del regolamento dei Punti franchi anche se emendata laddove si prevedeva che ciò fosse propedeutico al loro eventuale spostamento.
Via libera anche alle due mozioni presentate da Franco Bandelli e Alessia Rosolen di Un’Altra Trieste. Quella che prevede l’istituzione di un organismo in grado di valorizzare l’area e di disegnarne uno sviluppo armonico ha ottenuto 24 voti favorevoli, 6 contrari e 4 astenuti, quella che implica il coinvolgimento del presidente dell’Anticorruzione Raffaele Cantone ha totalizzato 31 voti favorevoli, 2 contrari e 2 astenuti. Questo il commento finale di Bandelli-Rosolen: «Forza Italia ha abbandonato la Lega lasciandola da sola nella battaglia contro la sdemanializzazione sconfessando l’unico deputato regionale di FI (Sandra Savino, ndr.) che alla Camera ha presentato un emendamento contro la sdemanializzazione assieme a Lega Nord e ai Cinquestelle. Forza Italia ha cercato più volte e apertamente sponda - commentano ancora i consiglieri di Un’Altra Trieste - nei movimenti autonomisti uscendo alla scoperto: alla fine ha scelto di sconfessare anche loro, astenendosi dal voto».
Bocciate invece, con soli 8 voti favorevoli, la mozione presentata dai Cinquestelle e quella del centrodestra. La prima ha avuto 20 contrari e 4 astenuti, la seconda 24 contrari e 4 astenuti. Altre due mozioni, di Paolo Rovis del Nuovo Centrodestra e di Lorenzo Giorgi del Pdl sono state ritirate dai rispettivi proponenti per fare prima il passaggio in Commissione.
«Una mozione che fondamentalmente recepiva quella che era stata la relazione del sindaco - è stato ieri il commento di Roberto Cosolini - non ha avuto nemmeno un voto contrario. Questo dimostra non soltanto la compattezza della maggioranza, ma mette in evidenza come anche una parte dell’opposizione intenda lavorare assieme a noi. Forse non è vero che all’interno del Consiglio comunale - ha aggiunto il sindaco - non vi è più nemmeno un consigliere contrario alla sdemanializzazione, ma chi lo è, è in tale difficoltà che questa posizione non ce la fa più nemmeno a rappresentarla». Secondo Cosolini dunque è ora di mettersi a lavorare «per arrivare nel giro di qualche mese a spostare il Punto Franco e a creare poi all’interno del Comune l’Unità di progetto, essendo ormai chiaro a tutti - specifica il sindaco - che si tratta di un grande progetto politico e non di una speculazione immobiliare, una grande operazione che riporta Trieste al ruolo di capoluogo di un territorio vasto e alla quale guarda con interesse l’intero sistema-Paese e nella quale può essere coinvolto lo stesso governo nazionale anche con lo scopo di valorizzare l’attrattività dell’area nei confronti di grandi investitori anche stranieri».
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