«Porto vecchio, immobili intavolati al Tlt»
«Un’iniziativa che nessuno finora aveva mai messo in atto e che rappresenta una svolta epocale». Gli esponenti del Movimento “Trieste Libera” tratteggiano così la domanda di intavolazione di tutti i beni immobili inclusi nel perimetro del Punto Franco Nord inoltrata nei giorni scorsi all’Ufficio Tavolare di Trieste, con la quale si chiede che i suddetti «vengano iscritti al nome del legittimo proprietario», vale a dire il «Demanio dello Stato del Territorio Libero di Trieste». Una mossa a sorpresa che va - hanno spiegato in conferenza stampa i vertici del movimento indipendentista - nella direzione della difesa del Porto Franco Internazionale di Trieste e dei diritti del Tlt, bloccando di fatto il processo di sdemanializzazione avviato con l’emendamento del senatore Pd Francesco Russo: un’operazione questa definita di «mera speculazione edilizia». «Si tratta di un atto di diritto che incarna una fondamentale battaglia di legalità - ha dichiarato Roberto Giurastante, presidente “Trieste Libera” -. Un percorso appena iniziato, destinato a proseguire e che avrà una corposa rilevanza internazionale. In questo modo si arresta un progetto devastante che, attraverso una mossa spregiudicata, mirava soltanto ad una maxi-operazione immobiliare, privando la città dell’unico vero polmone economico. Una strategia volta a tagliare gli scali internazionali del Porto, convertendolo così ad un semplice scalo combustibili, con tanto di rigassificatore: progetto questo guarda caso improvvisamente ricomparso all’orizzonte».
Concetti ripresi ed ampliati da Paolo Parovel, ideologo del Movimento: «Siamo riusciti ad individuare gli strumenti appropriati e le strategie opportune che bloccano la fattibilità giuridica e finanziaria delle operazioni illecite con cui i gerarchi locali del Pd tentano di consegnare il Porto Franco Nord alla speculazione immobiliare ed edilizia, spacciandola per recupero urbano - ha affermato Parovel -. Un’operazione che nasconde una rapina colossale in corso da tempo, con la quale si vuole dirottare gli enormi traffici internazionali dal Porto di Trieste sino ai porti dell’Italia meridionale più controllati dalla criminalità organizzata». Ecco allora l’idea di utilizzare lo strumento della legge tavolare austriaca, il “Grundbuchgesetz”, tuttora vigente a Trieste, dove la proprietà ed i diritti sugli immobili sono dimostrati ed azionabili sul Libro Fondiario. E nel caso la domanda non andasse a buon fine? I vertici di Trieste Libera hanno pensato anche a questo. «Se ci opponessero la nota tesi fasulla del Porto Franco divenuto “res nullius”, per cessazione della sovranità italiana senza costituzione del Tlt - conclude Parovel -, la domanda presentata produrrebbe comunque l’intavolazione della proprietà ai primi richiedenti, cioè noi, che la trasferiremmo al Territorio Libero». Insomma scacco matto su tutti i fronti. Almeno sulla carta. Quella dell’Ufficio Tavolare s’intende.
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