Porto Vecchio, il prefetto firma l’apertura per il 2015
«Entro il 31 dicembre firmerò il decreto che prevede la sospensione per un altro anno, cioé tutto il 2015, del regime di Punto franco sull’area di Porto Vecchio che comprende il Polo museale, il Magazzino 26 e la bretella stradale di collegamento». Lo ha confermato ieri il prefetto Francesca Adelaide Garufi dopo che venerdì in Comitato portuale, rispondendo a una domanda del sindaco Roberto Cosolini, la presidente dell’Autorità portuale Marina Monassi aveva annunciato che la domanda era stata inoltrata. «L’ho vista - ha detto ieri il prefetto - e l’ho già inviata agli enti tecnici per gli obbligatori pareri che ritengo non riserveranno sorprese. Prima della fine dell’anno, quindi perfettamente in tempo, il provvedimento sarà operativo».
Ancora una volta però, per il quinto o sesto anno di fila, si tratterà di un provvedimento temporaneo e provvisorio. «Se una richiesta c’è, come in questo caso - spiega Garufi - non c’è motivo per non accoglierla. Non siamo certo di fronte a un’area contesa, non vi sono interessi diversi da comparare prima di decidere. L’ex Centrale idrodinamica fa parte del Polo museale ed è aperta al pubblico. Mi riservo invece di verificare la situazione dell’area in cui si trovano Magazzini 27 e 28 dove recentemente si è svolta la rassegna TriestEspresso Expo». Sono gli stessi per i quali la Camera di commercio ha chiesto una concessione di 15 anni per adibirli a Polo espositivo, ma fanno parte di una delle pochissime manifestazioni di interesse avanzate per rivitalizzare Porto Vecchio delle quali la più importante è di Fincantieri per una cittadella nautica con ormeggi per megayacht, albergo, foresteria, uffici e magazzini. L’Istituto di cultura marittima portuale che doveva gestire il Polo museale è stato messo in liquidazione e solo venerdì Monassi ha annunciato la creazione per gestirlo di un presidio coordinato da un dirigente ApT. La Sottostazione elettrica però è chiusa e il Magazzino 26 è deserto se si escludono le sedute del Comitato portuale.
Il rilievo che gli enti elettivi hanno fatto all’Authority è di non avere un progetto complessivo per Porto Vecchio. Ma anche secondo il prefetto serve una progettualità totale e definita anche per poter finalmente arrivare a una soluzione di tipo strutturale per l’area, quella soluzione permanente, in un senso o nell’altro, che la stessa Garufi caldeggia già da un paio d’anni a questa parte. «Una progettualità definita e una concordanza di vedute tra gli enti territoriali - specifica il prefetto - poi si può rapidamente capire e adottare il provvedimento che serve anche per arrivare a un’eliminazione del Punto franco sull’intero Porto Vecchio». È quanto potrebbe accadere già tra pochi mesi con il nuovo presidente dell’Autorità portuale.
«Qui c’è tutto un retaggio storico che incide - afferma Garufi - Trieste diventata grande proprio con il Porto franco, le agevolazioni poi previste dal Trattato di pace, il Territorio libero di Trieste che però non si è mai formalmente costituito. Alcuni triestini dunque hanno paura di perdere una prerogativa. Ma posso assicurare che non solo l’area franca si può restringere e allargare, ma anche trasferire in un’altra zona dove risulta più utile proprio ai commerci. Di più, una porzione può essere tolta oggi e ripristinata addirittura tra qualche anno, recuperata cioé in un secondo momento».
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