Porto vecchio, il centrosinistra attacca: «Triestini condannati alla speculazione edilizia»
Nel mirino gli emendamenti e la trasparenza
Mentre in aula il centrodestra esulta per l’approvazione della delibera di project financing, i partiti di opposizione convocano una conferenza stampa lampo davanti al Municipio, nello stand del Comune dedicato al Porto Vecchio-Porto Vivo.
«Inaccettabile», dice il capogruppo del Pd Giovanni Barbo, riferendosi alla condotta del presidente dell’aula Francesco Panteca e motivando la scelta del centrosinistra di lasciare la seduta.
«Mai era accaduto – attacca il dem – che un presidente si prendesse la responsabilità di non ammettere un tale volume di emendamenti». Ancor più «indecoroso», quindi, che «proprio al momento di votare uno dei pochi emendamenti rimasti» lo stesso presidente abbia «votato al posto del sindaco, per poi rimanere in silenzio nonostante – precisa Barbo – le nostre ripetute richieste di responsabilità».
Tra questi c’era anche l’appello di Francesco Russo, convito che «questa è la dimostrazione finale del fatto che Panteca è un arbitro di parte, non più degno di guidare il Consiglio: alla luce del gravissimo fatto compiuto, e del rischio che questo possa configurarsi come reato, mi sarei aspettato un sussulto di responsabilità da parte della maggioranza».
Ma ogni mozione d’ordine è stata respinta, lasciando «senza responsabilità un presidente che così si è squalificato da solo», ribadisce il capogruppo di Punto Franco Paolo Altin, ritenendo come «se il centrodestra è pronto a giustificare tale comportamento, che faccia pure: adesso toccherà alle vicende giudiziarie».
Un «momento storico trasformato prima di una tragedia, poi in una farsa», commenta quindi Riccardo Laterza di Adesso Trieste, accusando da un lato Panteca di «aver violato le regole dell’aula, ancorché la legge». E, dall’altro, la maggioranza, cui «spetterà completamente la responsabilità di aver approvato una delibera disastrosa, condannando Trieste a una speculazione edilizia».
«Gravissimo», ribadisce quindi Alessandra Richetti del M5S, che «in un momento così delicato, in cui l’aula era chiamata a pianificare il futuro della città, che la maggioranza sia andata al voto senza trasparenza né una lettura della realtà: Trieste – afferma con forza la pentastellata – non è rappresentata da questa delibera, e noi non potevamo in alcun modo avvallarla». —
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