Porto Vecchio, è scontro in aula sugli emendamenti: in Comune scoppia la rissa verbale

Per la presidenza 129 su 190 sono inammissibili. Il sindaco Dipiazza insulta Russo. Ora il voto

Francesco Codagnone
L'aula del consiglio comunale (Lasorte)
L'aula del consiglio comunale (Lasorte)

Il presidente del Consiglio comunale Francesco Panteca inizia a leggere uno dopo l’altro gli oltre cento emendamenti ritenuti inammissibili, sovrastato dalle contestazioni dell’opposizione. I pugni battuti sui banchi, le urla: «Avete condannato il futuro di Trieste». Il secondo dei tre giorni di convocazione straordinaria dei lavori d’aula sulla proposta di project financing avanzata da Costim con Elemet Srl e Impresa Percassi Spa per la riqualificazione del Porto Vecchio si chiude con un bollettino di guerra dichiarata dall’opposizione.

Emendamenti “falcidiati”

Il collegamento per la diretta in streaming è fisso sulla schermata offline da più di sette ore, quando i telefonini dei consiglieri di centrosinistra iniziano a vibrare, consegnando le prime indiscrezioni sulla conta finale degli emendamenti alla delibera della giunta per la rigenerazione dell’antico scalo. Il dem Francesco Russo passa tra i banchi: «Li hanno falcidiati».

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Nella foto il Consiglio comunale nella prima giornata di dibattito sul progetto di riqualificazione di Porto Vecchio (Foto Silvano)

Il bilancio è netto: delle 190 richieste di modifica al testo, di cui oltre 170 presentate dal centrosinistra, 129 sono state valutate inammissibili dal presidente del Consiglio Panteca sulla base del parere dei tecnici. Altre 21 quelle che hanno ricevuto valutazione tecnica negativa, ma sono state ugualmente ammesse alla discussione. Otto quelle firmate dal centrodestra e fatte proprie dall’assessore Everest Bertoli: ne restano quindi 53. Il voto potrebbe avvenire già nella seduta di mercoledì, convocata alle 9.

Opposizione all’attacco

I consiglieri di Pd, Punto Franco, Adesso Trieste e Movimento 5 Stelle rigettano la valutazione di tecnici e dirigenti, e accusano il presidente dell’aula di «abuso di potere». «Io so e lei sa che tutti gli emendamenti presentati attengono all’oggetto della discussione», arringa la dem Laura Famulari, appellandosi perché «questa decisione venga ritirata: altrimenti dovrà risponderne dal punto di vista politico e amministrativo davanti a tutta la città». Panteca replica e precisa: «Mi attengo a rispettare le norme in legittimità».

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Il Porto Vecchio. Foto Silvano

Il regolamento impugnato

Il centrosinistra impugna il regolamento, ritenendo che il giudizio di inammissibilità sia stato espresso non sulla base della pertinenza o meno degli emendamenti, ma di un parere tecnico degli uffici, negativo ma non vincolante: la motivazione più utilizzata dagli uffici, ad esempio, è che il testo «richiede che il Rup modifichi unilateralmente i documenti di proposta così come presentati dal proponente», Costim.

"Mossa illegittima”

Motivazione non sufficiente, dice l’opposizione, per rigettare i 129 emendamenti e comunque «non attinente le competenze del presidente». Il centrosinistra ritiene la decisione una «mossa illegittima per accelerare la discussione». Alberto Polacco di Forza Italia difende la bontà dell’iter seguito, la collega Angela Brandi si avvicina però alla tribuna stampa e dice: «Anche secondo me è uno stravolgimento del regolamento».

I toni si alzano

Dai banchi a sinistra della giunta si alzano i toni. Gridano: «vergogna», «ritiratevi», «andate via». Giovanni Barbo del Pd e Paolo Altin di Pf entrano nel merito e chiedono l’immediato ritiro del parere di inammissibilità. Il dem Stefano Ukmar presenta una mozione d’ordine per chiudere la seduta ma il leghista Stefano Bernobich vota contro e l’atto è respinto a maggioranza. «Sei una marionetta», dice il consigliere di Pf Giorgio Sclip, riferendosi al leghista e mimando i fili di un burattino. Il sindaco Roberto Dipiazza si scontra con Russo, lo chiama «faccia di c…o», ma poi chiede perdono: dice che «si è fatto prendere dall’emozione» nella «giornata più importante nella mia vita da sindaco».

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Caos in Aula

Gli emendamenti inammissibili vengono elencati uno per uno, ai microfoni si alternano i dirigenti comunali, il segretario generale e il presidente dell’aula. «La democrazia dell’aula è stata sacrificata», denuncia Giorgia Kakovic di At, puntando il dito contro la maggioranza e parlando di «scempio» e «pericoloso precedente». I consiglieri di opposizioni tentano la via dell’inversione dell’ordine dei lavori, la pentastellata Alessandra Richetti presenta una pregiudiziale e parla di «grave abuso del regolamento: il corretto esercizio della funzione consiliare» è stato «profondamente alterato» e il dibattito democratico «soffocato in una deriva pericolosa».

Tutto respinto

Tutto è respinto. I lavori sono definitivamente sospesi alle 20.49, dopo quasi dodici ore di seduta iniziata alle 9 e interrotta compulsivamente dalla mattina alla sera. Il dado è tratto e restano adesso solo 53 emendamenti da discutere per la delibera più importante che l’attuale generazione politica sarà mai chiamata ad adottare. Tenuto conto che, di questi, 32 hanno ricevuto parere tecnico positivo, qualora fossero tutti accolti ne resterebbero da dibattere appena 21.

Il voto

Il raddoppio dei tempi non è consentito e i margini per praticare l’ostruzionismo diventano irrisori. Bertoli è certo che il voto alla delibera arriverà nella seduta di mercoledì, spalancando i varchi del Porto Vecchio alla real estate bergamasca. A quel punto l’iter prevederà la riunione della Conferenza dei servizi e poi l’indizione del bando di gara secondo i criteri del partenariato pubblico-privato, quindi aperto ad altri soggetti ma con diritto di prelazione per Costim.

Prima però serve il parere favorevole dell’aula. Il futuro del Porto Vecchio e di tutta Trieste dipenderà dall’esito delle prossime ore. —

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