Porto Vecchio, arrivano 50 milioni dal Cipe

L'annuncio di Serracchiani: stanziamento per avviare il programma di rivitalizzazione pubblica dell'area. Fondi da impiegare innanzitutto per l'urbanizzazione primaria e la bonifica dei corsi d'acqua
Una veduta delle Rive, in primo piano Porto Vecchio
Una veduta delle Rive, in primo piano Porto Vecchio

TRIESTE. Arrivano 50 milioni di euro a favore dell'avvio del programma di rivitalizzazione pubblica del Porto Vecchio di Trieste. L'investimento è stato approvato oggi, domenica 1 maggio, da parte del Cipe, il Comitato interministeriale per la programmazione economica.

“Presto ricomincerà a pulsare un cuore ritrovato e recuperato nel pieno del corpo urbanistico di Trieste”, il primo commento della governatrice della Regione Debora Serracchiani. “Le risorse destinate - spiega la governatrice - permetteranno di avviare concretamente il processo che porterà la città a riacquistare tutto il suo frontemare, a raddoppiare l’estensione del suo centro città, a restituire al capoluogo un’area strategica di oltre 600mila metri quadrati, di cui – oggi – oltre 150 mila metri quadrati costituti da quasi un centinaio di immobili ed edifici. E’ un risultato - sottolinea la presidente del Friuli Venezia Giulia - che premia il lavoro congiunto della Regione e del Comune, svolto di concerto con l’azione puntuale di Francesco Russo al Senato e del capogruppo del Pd alla Camera Ettore Rosato”.

Con lo stanziamento deciso oggi dal Governo nazionale e dal Cipe possono essere avviati i primi indispensabili interventi infrastrutturali, che serviranno per il recupero funzionale di tutta l’area e di conseguenza per tutti i successivi interventi – pubblici e a capitale privato – ma anche per impostare i primi importanti recuperi e fruizioni all’interno di Porto Vecchio.

Tra questi, la localizzazione del nuovo polo culturale imperniato sul Museo del Mare, che integrerà il Museo stesso con altre analoghe realtà, nonché con ulteriori patrimoni pubblici e privati connessi alla storia della marineria adriatica, andando ad adeguare ed allestire da un punto di vista architettonico una parte dei circa 35 mila metri quadrati dell’attuale Magazzino 26.

Tra le previsioni vi è inoltre l’insediamento, in circa due terzi delle superfici dello stesso Magazzino 26, della nuova sede del Centro internazionale di Ingegneria genetica e Biotecnologia/Icgeb (con la possibilità quindi di nuove collocazioni scientifiche a Padriciano di Area Science Park) con l’ipotesi di incrementare a circa 300 il numero di ricercatori impegnati nel Centro.

Più in generale, proprio nella prospettiva di creare la rete infrastrutturale necessaria allo sviluppo della fruizione pubblica del Porto Vecchio di Trieste, le risorse Cipe saranno finalizzate a risolvere soprattutto i problemi di urbanizzazione primaria e di bonifiche dei corsi d’acqua che sfociano nell’area dello scalo: verranno pertanto realizzati i nuovi servizi (a rete) di elettricità, sistema fognario, acqua e gas, propedeutici a qualsiasi ipotesi di riqualificazione dell’area, accanto a una nuova viabilità da e per il polo museale, sia in direzione Trieste che verso viale Miramare.

“Dopo circa vent’anni di lavori, nel 1887 venne conclusa la realizzazione del piano di sviluppo portuale di Porto Vecchio: quasi 150 anni dopo, oggi possiamo affermare che nel 2017 o al più tardi l’anno successivo, in Porto Vecchio partiranno i primi lavori per offrire al capoluogo regionale e all’intero Friuli Venezia Giulia un secondo polo cittadino compenetrato al suo attuale centro storico”, dice Serracchiani: “Una sfida e una scommessa che abbiamo vinto, che molti pensavano irrealizzabile e che rappresenta un’occasione di sviluppo e di rilancio che non riguarda solo Trieste ma tutta la Regione, il suo intero sistema produttivo ed economico – sottolinea la presidente - se pensiamo che altri analoghi progetti di recupero di waterfront in Europa hanno visto focalizzare investimenti e generare ricadute per oltre 5 miliardi di euro”.

"Questo Governo fa il tifo per Trieste", è il commento di Rosato. "Le risorse, molte, destinate al Porto Vecchio rappresentano quello che serviva per iniziare la trasformazione di quell’area, abbandonata per decenni, in un grande progetto di sviluppo e riqualificazione per la città. E’ un risultato che arriva al termine di una serie di impegni e azioni che Comune, Regione e Governo in sinergia si sono assunti e che hanno portato avanti - così Rosato - con determinazione e costanza".

Per il sindaco Roberto Cosolini “è una giornata storica per Trieste. E’ una svolta definitiva per Porto Vecchio che ci consente di accelerare sulla via della trasformazione. Neanche il mio ottimismo - dice - mi permetteva di immaginare che una risposta potesse arrivare così a breve, a poco più di due settimane dalla preparazione di un dossier con investimenti immediatamente finanziabili, che assieme alla presidente Serracchiani abbiamo consegnato al presidente del Consiglio. Porto Vecchio è dunque una priorità nazionale e questo – conclude Cosolini - è un gran segnale anche per gli investitori stranieri”.

Sullo stanziamento interviene anche il commissario dell’Autorità Portuale di Trieste, Zeno D'Agostino, secondo il quale "il Governo pone una garanzia sul futuro dell'area e una nuova attenzione per la città. Siamo davanti non solo al processo di riqualificazione di un territorio che può diventare il più grande waterfront del Mediterraneo, ma al rilancio di una città intera che il Governo sta riconoscendo come strategica: non più come margine estremo e periferico al Nord Est d'Italia, ma centro d'Europa.  Credo che possiamo parlare di Rinascimento di Trieste, grazie al rilancio dell'antico scalo da una parte, e allo sviluppo del porto commerciale dall'altra". Per D'Agostino "è l'ulteriore occasione per dimostrare che il lavoro serio, continuo, professionale e senza clamore delle istituzioni locali, regionali e nazionali tutte unite, porta a risultati che costruiscono in maniera concreta il futuro di questa città. Una linea di comportamento che abbiamo adottato e che sta portando ad importanti risultati anche nello sviluppo del porto e della logistica regionale."

Nella seduta odierna il Cipe ha sbloccato in totale fondi per 3,5 miliardi: uno stanziamento di 2,5 miliardi per la ricerca e di un miliardo per i beni culturali italiani. Assegnati anche circa 290 milioni per programmi e azioni finalizzati al sostegno alle imprese e alla crescita.

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