«Porto Vecchio aperto anche dopo la Biennale»

TRIESTE
Una proroga lunga sino al termine del 2012. Per evitare che, in primis, almeno per un altro anno ancora quel doppio muro caduto all’ingresso del Porto vecchio sia rimesso in piedi. E, nel contempo, per attivare un tavolo governativo che nel giro di dodici mesi chiuda il cerchio definitivamente. Risolvendo il nodo del Punto franco vecchio, con relativo spostamento totale o parziale, e lasciando aperta la porta dell’area - di cui il ristrutturato Magazzino 26 oggi casa della “sgarbiana” Biennale diffusa è divenuto imponente simbolo - alla città. Per sempre.
Il percorso è stato delineato durante il vertice ospitato in prefettura nella tarda mattinata di ieri fra Commissariato del governo, Comune, Provincia, Autorità portuale, Camera di commercio e, al momento delle conclusioni, anche Portocittà, la società che ha in concessione l’area. Così l’attuale passaggio all’interno di Porto vecchio, con la bretella che congiunge viale Miramare a largo Santos, resterà aperto. E il Magazzino 26 si appresta a vivere, una volta archiviata l’esposizione d’arte, una nuova stagione, o meglio una nuova annata di appuntamenti, sia culturali che fieristico-economici.
La proposta di una proroga dell’attuale sospensione del regime di Punto franco, stabilita dal prefetto proprio in occasione della Biennale e la cui durata si esaurirà dunque il prossimo 30 novembre, è stata illustrata al prefetto Alessandro Giacchetti dal sindaco Roberto Cosolini, a nome di tutte le altre realtà presenti. La decorrenza? Se tutto filerà via liscio e veloce, già il primo dicembre. Con estensione di 13 mesi, sino alla fine del 2012.
Tecnicamente, ora, la palla passa a Portocittà. Che «dovrà chiedere alla prefettura la sospensione alla luce delle manifestazioni di interesse a organizzare eventi al Magazzino 26 giunte, per ora, da Comune e Camera di commercio», spiega proprio Cosolini. «La domanda deve arrivare dal concessionario - conferma il prefetto Alessandro Giacchetti - e se già vi saranno allegati i pareri favorevoli degli enti interessati, l’iter sarà più rapido. Le realtà istituzionali locali hanno manifestato il desiderio unanime di mantenere aperta la zona. Come commissariato del governo c’è la più ampia disponibilità a esaminare la richiesta non appena arriverà». Dal futuro prossimo a quello più a lungo termine. «Si sta procedendo poi su un percorso - aggiunge Giacchetti - che credo possa essere utile a portare a un godimento dell’area da parte della collettività in un tempo lungo. È stato fatto presente da parte nostra che la soluzione definitiva a riguardo passa per un tavolo governativo, con i ministeri competenti». Infatti, non a caso, su questo versante, gli enti locali sono pronti a inviare «una lettera congiunta con cui chiederemo al Ministero degli Affari Esteri - riparte Cosolini - e a quello delle Infrastutture e trasporti, previo approfondimento giuridico, di provvedere all’ipotesi di spostamento del regime di Punto franco per le parti interessate. La sospensione è infatti temporanea, ci vuole un’autorizzazione istituzionale per risolvere definitivamente la questione».
Il presidente camerale Antonio Paoletti (come riferiamo a parte) ha fatto presente di ritenere preferibile che alcune porzioni del Porto vecchio conservino il loro status extradoganale: lo spostamento che si delinea potrebbe essere dunque parziale. Ma la dimensione totale del Porto franco di Trieste non può essere ridotta: se da un lato si toglie, dall’altro bisogna aggiungere altrettanto. «L’Autorità portuale - conclude Cosolini - formulerà le sue valutazioni su dove sia utile mantenerlo». E, contestualmente, definirà le nuove aree. Ipotesi ce ne sono già, sia in chiave retroportuale (Fernetti, Prosecco), sia nelle aree a mare (canale navigabile, ex Aquila).
Dell’esito del vertice cosa pensa Portocittà? La soddisfazione è evidente, anche se la prudenza impernia comprensibilmente le parole del concessionario: «Stanno lavorando tutti molto bene - osserva Corrado De Francisco, direttore sviluppo di Portocittà srl -. Noi assieme agli enti stessi: vi è un’ottima convergenza».
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