Porto Vecchio al Comune con la vigilanza di Cantone

Russo (Pd) sul via all’iter di sdemanializzazione: «Prevista la costituzione di una società pubblica, il presidente dell’Anticorruzione verrà a Trieste entro febbraio per illustrare il percorso»1
Una suggestiva immagine del Porto Vecchio di Trieste
Una suggestiva immagine del Porto Vecchio di Trieste

Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, affiancherà e seguirà tutto il processo di sdemanializzazione del Porto Vecchio ed entro febbraio verrà a Trieste per illustrarlo. Lo annuncia, riferendo di un “accordo” raggiunto con Cantone già giovedì scorso, il senatore del Pd Francesco Russo che con un emendamento inserito nella Legge di stabilità aveva dato il via al processo che scuote un immobilismo che durava da decenni. Russo gioca d’anticipo anche per prevenire le obiezioni che usciranno dalle audizioni e dalle mozioni previste in Consiglio comunale per questa sera «perché - sostiene - oltre ai cittadini, anche il 90% della politica è con me, ma c’è una piccola parte che non intende rassegnarsi e Marina Monassi e Giulio Camber che oggi sembrano spariti in realtà hanno la faccia di Massimiliano Fedriga della Lega, di una parte dei Cinquestelle e di alcuni indipendentisti».

Il presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone
Il presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone

Nelle sedi che contano però si sta già predisponendo l’iter che prevede una fase A con lo spostamento del Punto Franco e una fase B con la costituzione di una società pubblica («non privata come succedeva con Maltauro», sottolinea) che sarà chiamata a presiedere al processo. «Lo spostamento del Punto franco - sottolinea il senatore - potrà avvenire entro Pasqua con un atto del Commissario del governo dopo aver raccolto i pareri di Autorità portuale, Regione e enti territoriali. Non se ne perderà nemmeno un centimetro quadrato perché sarà portato in aree del Porto nuovo dove non c’è, al Terminal di Fernetti e potrebbe restare anche in qualche punto del Porto Vecchio se verrà dimostrato che è utile allo stato attuale.

Si tratta poi - prosegue - di stabilire le modalità organizzative e ammnistrative del passaggio per avere certezza del diritto e dei tempi. Proprio sulla struttura che sarà incaricata di gestire questo snodo delicato (Magazzini e aree passeranno dal Demanio marittimo a quello del Comune, ndr.) ho parlato a lungo con Cantone e abbiamo preso in esame una serie di casi analoghi in realtà diverse e quanto si sta ora facendo in riferimento all’Expo di Milano. Cantone mi ha dato la propria disponibilità - annuncia Russo - a essere a Trieste nelle prossime settimane, comunque entro febbraio, per un sopralluogo sul posto, per un confronto con le autorità locali e anche per incontrare i cittadini. Sarà costituita una società pubblica composta da Comune, Regione, probabilmente Ministero di Economia e Finanze nella quale la stessa Autorità nazionale anticorruzione avrà un proprio rappresentante per accompagnare tutto il processo, vigilare affinché tutto si svolga nella massima trasparenza, evitare speculazioni, interferenze della politica e logicamente infiltrazioni della criminalità. Sarà applicato il sistema cosiddetto della “Vigilanza collaborativa” che è quanto l’Anticorruzione sta facendo anche in altre realtà».

Il Porto Vecchio “liberato”: la scommessa di Trieste

A questo punto Russo rilancia la propria idea di affidarsi a dei “cacciatori di teste” per scegliere il presidente che dovrà guidare questa società e che sceglierà l’advisor che predisporrà il progetto complessivo e la gara in base alla quale verranno scelti i finanziatori finali. «In modo simile - specifica il senatore Pd - si è agito ad Atene, Amburgo, Bilbao e Belfast, solo per fare alcuni esempi. Il mondo è pieno di fondi e gruppi sauditi, indiani, cinesi, russi e statunitensi che aspettano occasioni come quella di Trieste per poter fare i propri investimenti. Logicamente saranno questi investitori e non il Comune, come afferma chi agita falsi problemi, a finanziare anche l’infrastrutturazione dell’area». Secondo Russo, poi, anche Fincantieri si è già dimostrata interessata all’operazione, mentre le Generali dovranno essere nuovamente coinvolte per riparare agli errori di Polis e per ripagare la città della loro fuga (per quanto riguarda la direzione italiana, ndr.) a Mogliano Veneto. «In meno di due anni - conclude - si può arrivare alla firma dei contratti, tenuto conto che i soldi incassati dal Comune dovranno essere reinvestiti nel Porto nuovo, magari proprio là dove sarà stato spostato il Punto franco».

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