Porto Vecchio a Trieste ospiterà oltre mille residenti

Nell’area Sud un tetto del 70% da destinare agli abitanti, poi servizi, alberghi, negozi ma non centri commerciali. Alcuni fabbricati potranno essere abbattuti
Francesco Codagnone
I cantieri in Porto Vecchio (foto Lasorte)
I cantieri in Porto Vecchio (foto Lasorte)

Fino al 70% delle superfici dei magazzini nella zona sud di Porto Vecchio avrà destinazione residenziale. Tradotto in abitanti equivalenti significa una previsione di 1.030 cittadini che, nei prossimi decenni, si trasferiranno nello scalo. Hangar e fabbricati non potranno essere trasformati in centri commerciali, ma in negozi al dettaglio, alberghi e «servizi per la collettività» collegati tramite il viale monumentale e il parco lineare al polo culturale del Magazzino 26 e al sistema nord destinato a impianti sportivi e aree verdi.

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I criteri del Piano regolatore

Il contenuto integrale della proposta di project financing avanzata da Costim con Elmet Srl e Impresa Percassi Spa è ancora al vaglio delle istituzioni, ma indipendentemente dalle finalità private tutti i cantieri che il gruppo bergamasco intende avviare nello scalo dovranno rispondere ai criteri fissati dalla variante al Piano regolatore dell’area (firmato dall’ingegner Giulio Bernetti), approvata nel 2021 assieme all’accordo di programma Comune-Regione-Autorità portuale che di fatto ha posto le basi per poter parlare di partenariato in Porto Vecchio. Il documento individua tre principali assi o sistemi – “misto”, “museale” e “ludico-sportivo” – più il sistema di moli e aree demaniali marittime, parzialmente interessate dal partenariato con un contratto di concessione per cinquant’anni.

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L’avanzamento dei cantieri del Porto Vecchio, nel fotoservizio di Andrea Lasorte.

Il sistema misto

I 19 magazzini che Costim intende acquistare su una base d’asta di 45,97 milioni di euro si trovano prevalentemente nel sistema “misto”, compreso tra l’ingresso sud dello scalo e gli edifici 17-18-19. Il project prevede l’alienazione e la ristrutturazione dei fabbricati tramite interventi da 458,12 milioni, quindi la loro vendita o locazione con destinazioni private «complementari e in parte funzionali alla sostenibilità della parte pubblica».

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Il tratto di bosco Bovedo che, secondo il progetto, sarà attraversato dalla cabinovia metropolitana da Trieste a Opicina Foto Lasorte

La percentuale di residenzialità

In accordo con il Piano regolatore e le linee di indirizzo del Consorzio Ursus la percentuale di residenzialità dei magazzini del sistema “misto” dovrà essere prevalente ma non superiore al 70%: dunque circa 1.030 cittadini – stima il Comune – potranno trasferirsi nell’area più meridionale dello scalo. Il resto dei magazzini dovrà contenere alberghi, attività commerciali al dettaglio, «servizi e attrezzature collettive».

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Uno dei moli del vecchio scalo da riqualificare Foto Lasorte

Parcheggi, negozi e alberghi

I fabbricati 2 e 4 dovranno essere destinati al solo uso direzionale, mentre il magazzino ex Greensisam 2a e il complesso ex 8-103 rientrano tra le «attrezzature per la viabilità e i trasporti», quindi la previsione è di trasformarli in parcheggi multipiano. I magazzini 24, 25 e 30, affacciati sullo specchio d’acqua del Molo Zero ma fuori dal Demanio, dovranno avere finalità “turistico-nautica”: il Pov 2024-26 del Consorzio Ursus propone negozi e alberghi a quattro e cinque stelle.

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Il modellino della sede

In questo primo asse “misto” si trovano anche gli edifici 7, 10, 21 e 118 in cui la Regione traslocherà i propri uffici e il 117, che il Comune intende trasformare in un centro per l’impiego. Le prime tre file di magazzini da alienare individuano quattro assi aperti – il lungomare, il viale monumentale, il parco lineare e un percorso veicolare – che portano fino al sistema “ludico-sportivo” nell’area nord del Porto Vecchio, tra il park Bovedo e la rotatoria.

La Cittadella dello sport

In questa zona sorgerà la Cittadella dello Sport di Barcola, mentre i magazzini 32, 33, 34, 104 e 133 saranno ristrutturati e trasformati in palestre, centri benessere, spa e locali. Restano di proprietà pubblica alcuni hangar minori ma di interesse storico, come la locanda Zaninovich, oltre al gruppo di fabbricati del sistema “museale”, nella parte centrale dello scalo: il magazzino 26 (che ospiterà il Museo del Mare), il centro congressi, la Centrale idrodinamica, la Sottostazione elettrica e il magazzino 20.

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Il terrapieno di Barcola. Foto Lasorte

Tutti gli interventi sui magazzini dovranno svilupparsi senza soluzioni di continuità con il centro e nel rispetto dei vincoli del Porto Vecchio. I fabbricati più recenti, privi di valore storico o architettonico, potranno essere eliminati e sostituiti da edifici coerenti con il contesto urbano, ma non sarà possibile modificare i volumi degli hangar già esistenti: tra le poche eccezioni ci sono i magazzini 1a e 3, per i quali è prevista la possibilità di un ampliamento in verticale. —

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