Porto stritolato, Boniciolli: "Esclusi da Unicredit"
Il presidente dell’Ap: nessun invito a Roma. I fantomatici 3,2 milioni di teu? Si parla del 2033
TRIESTE
. «C’è un semplice motivo alla base del fatto che nessun rappresentante dell’Autorità portuale di Trieste è intervenuto alla presentazione del cosiddetto superporto alla Farnesina, a Roma. E il motivo è che nessuno di noi è stato invitato». Claudio Boniciolli, presidente dell’Authority, vuole mettere in chiaro chi è che vuole escludere Trieste dal Gateway europeo dell’Alto Adriatico che rischia di annullare il suo porto, stritolandolo tra Monfalcone e Capodistria. «Ho scritto due lettere riguardo al progetto a Fabrizio Palenzona, vicepresidente di Unicredit - rivela Boniciolli - ho avuto in risposta cortesi saluti, mai richieste di incontri o di visite nello scalo».
Secondo Boniciolli, che è tuttora al vertice perché il presidente della Regione Renzo Tondo non ha ancora espresso il suo consenso alla candidatura di Marina Monassi prospettata dal ministro Altero Matteoli in base alla proposta della Camera di commercio, non esiste alcuna opposizione di Trieste alla creazione di un’Autorità portuale regionale unica, anzi. «Uno dei primi atti che ho compiuto da presidente a Trieste - riferisce - è stato di andare a visitare lo scalo monfalconese, nell’ottica di giungere a un’Authority unica. Una prospettiva sulla quale aveva espresso un consenso di massima anche il sindaco Gianfranco Pizzolitto, poiché ci sarebbe stato anche dal loro punto di vista un tornaconto: sarebbero infatti state dirottate a Monfalcone alcune nostre linee di traghetti ro-ro. Non si è poi potuto procedere su quest’ultima ipotesi perché i traghetti turchi hanno bisogno del Punto franco che allo stato attuale non è appunto possibile spostare a Monfalcone».
Non solo, secondo Boniciolli l’illustrazione del Progetto non ha fatto che dar ragione a tutte le perplessità da lui stesso espresse: «I tre anni e mezzo prospettati da Palenzona per l’entrata in funzione del primo settore del terminal sono diventati sei, dato che si è sottolineata la data del 2016, mentre per avere il fantomatico numero dei 3,2 milioni di teu si parla del 2033, data sulla quale logicamente si possono fare previsioni molto mirate. Allo stesso modo - aggiunge il presidente uscente con la consueta ironia - potrei dire che nel 2036 inaugurerò assieme al premier Berlusconi in occasione del nostro centesimo compleanno (siamo tutti e due del 1936) un’isola sottomarina sull’asse tra Adria e Pola.»
Cosa deve fare allora Trieste per non restare stritolata nella guerra dei progetti e dei porti? Molto semplice, secondo Boniciolli. «Chiedere in modo determinato l’Authority regionale unica certamente, ma soprattutto tendere a realizzare quanto già previsto dal Piano regolatore che è stato approvato dal Consiglio superiore dei lavori pubblici e che prevede tra l’altro il prolungamento del Molo Settimo e la realizzazione di un secondo grande terminal container che dovrebbe essere il Molo Ottavo».
Ma Boniciolli rileva anche come anche Maersk ritenga prioritario rispetto a quello di Monfalcone il progetto di Vado ligure dove intende raggiungere gli 800 mila teu entro il 2014. «È infine straordinario - afferma - come il Governo riuscirà a stanziare 300 milioni per integrare gli oltre 700 di Unicredit, mentre da anni non è in grado di trovarne 30 per la nostra Piattaforma logistica».
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