Porto San Rocco “culla” di 400 barche con la bufera «Da qui sono passati tutti i big della regata»

Il direttore in pensione Roberto Sponza: «Arrivò per prima Riviera di Rimini quando le strutture non erano completate». Ora ospita Wild Thing dei Benussi  
Lasorte Trieste 08/10/19 - Muggia, Porto S.Rocco
Lasorte Trieste 08/10/19 - Muggia, Porto S.Rocco



Il legame tra Porto San Rocco e Barcolana risale a prima dell’apertura di quello che a tutti gli effetti può essere considerato il primo marina di Trieste e oggi le strutture muggesane guardano al futuro con rinnovato slancio per creare una partnership che vada al di là della mera ospitalità ai regatanti e agli spettatori.

Roberto Sponza, storico direttore di Porto San Rocco, è andato in pensione nella primavera dello scorso anno, e questa sarà la sua prima Barcolana da lontano. «Credo sia la prima volta in vita mia che non sarò a Trieste la seconda domenica di ottobre», scherza Sponza «ma ho approfittato di non avere più l’incarico di direttore per regalarmi un anno sabbatico da dedicare alla mia famiglia e alle mie passioni extra veliche. Così quest’anno avrò la possibilità di andare alla Festa del Vino di Chianciano. Per la concomitanza con Barcolana non sono mai riuscito ad andarci, ma ciò non toglie che attenderò le notizie dal Golfo».

Sponza ricorda gli albori di Porto San Rocco e quell’autunno del 1998, quando le strutture a mare non erano neanche completate, eppure Riviera di Rimini approdò in un marina ancora deserto, che sarebbe stato parzialmente inaugurato appena nel giugno dell’anno successivo. «Riviera di Rimini era testimonial di un progetto affascinante» continua Sponza «che oggi chiameremmo di marketing integrato della destinazione romagnola. Era una delle prime grandi barche che cominciarono a portare in Barcolana ospiti che non appartenevano al ristretto mondo della vela, come ad esempio una giovanissima Martina Colombari e un politico come Massimo D’Alema». Piccola curiosità: per ringraziare dell’ospitalità gli armatori di Riviera di Rimini invitarono l’allora sindaco di Muggia Roberto Dipiazza e Roberto Sponza in un’animata serata in discoteca in quel di Rimini.

Erano anni decisamente diversi, che sembrano un’era geologica fa. Nel passaggio di secolo Barcolana cominciava ad aprirsi alla città, ma gli ormeggi sulle Rive erano molto poco sicuri e pertanto i team più qualificati preferivano rimanersene tra i moli di Porto San Rocco. Di qui sono passati equipaggi e barche che hanno scritto la storia della manifestazione: da Alfa Romeo di Neville Crichton, Esimit di Igor Simcic, i Tutta Trieste con a bordo giganti del calibro di Paul Cayard, i fratelli Chieffi, Paolo Cian.

Oggi è Wild Thing di Furio Benussi ad aver eletto Porto San Rocco come proprio home port.

Barcolana però non sarebbe quello che è senza le migliaia di velisti appassionati. Nei primi anni 2000 la bora forte della domenica mattina fece presagire un annullamento della regata e un suo slittamento alla settimana successiva. Fulvio Molinari, indiscusso patron dell’evento, era molto in ansia per l’idea di dover ricoverare tantissime barche in un luogo sicuro per una settimana. «Il forte legame che ci univa e il filo diretto che avevamo all’epoca» ricorda ancora Roberto Sponza «aveva fatto sì che avessi potuto rassicurare l’organizzazione in tempo reale dando – di concerto con la proprietà del Porto – l’immediata disponibilità gratuita di quasi 400 ormeggi». Molinari tirò un grande sospiro di sollievo e la bora calò senza dover fare il primo rinvio della storia di Barcolana.

Oggi un’ampia disponibilità del genere sarebbe impensabile, visto che il marina ha sempre più clienti che lasciano la propria barca per l’intero anno a Muggia e, di necessità, i posti in transito sono in numero sempre più ridotto.

Maura Dagnino, da sempre impegnata a presidiare il front office di Porto San Rocco, tratteggia un quadro chiarissimo della situazione dichiarando il sold out già da una decina di giorni. Ci sono armatori che prenotano sempre più per tempo il loro ormeggio, alle volte anche di anno in anno. La massa arriva il venerdì o il sabato, proprio a ridosso della regata, ma il marina offre un pacchetto di 14 giorni a tariffa agevolata che intercetta l’interesse in particolar modo degli equipaggi adriatici. Ci sono aficionados che giungono da Pesaro o Ancona, tantissimi da Rimini e dalla costa veneta. Da un paio di anni alcuni circoli velici austriaci arrivano con flotte di sette o otto barche, normalmente charter, con le quali stanno l’intera settimana. Alla reception è attiva una lista d’attesa che viene aggiornata costantemente in base alla disponibilità degli ormeggi.

Importante ricordare che gli ampi spazi di Porto San Rocco danno la possibilità di raggiungere le banchine direttamente con la macchina e ciò agevola enormemente la buona riuscita di progetti che coinvolgono persone disabili. Porto San Rocco non si limita tuttavia ai moli. L’hotel omonimo ubicato all’interno del complesso è al completo da tempo per il weekend di Barcolana, preso d’assalto sia da equipaggi che non possono dormire all’interno dei loro cabinati o da ospiti. «Abbiamo avuto la fortuna di essere spesso scelti dalla Federazione Italiana Vela» afferma Stefano Sponza, direttore dell’hotel e responsabile dell’intero Porto «Per noi Barcolana è un momento di grande lavoro, ma anche di festa, visto che abbiamo l’occasione di avere velisti e non solo i nostri abituali clienti business, che dormono qui per la vicinanza con la zona industriale».

Stefano Sponza guarda avanti sulla via di una partnership più stretta con Barcolana: «stiamo allestendo la nostra tradizionale bacheca che posizioniamo davanti alla direzione del marina con tutte le informazioni turistiche e logistiche per i nostri ospiti, che domandano soprattutto come raggiungere il Villaggio in Piazza Unità o la SVBG. Il nostro obiettivo è di riuscire a portare anche qualche regatante dalle Rive a Muggia offrendo i nostri spazi a terra per mostre o concerti legati alla cultura del mare». La sfida non è semplice, ma Sponza ha idea di coinvolgere la neo-costituita rete FVG Marinas. «Stiamo pensando all’interno del board della rete» aggiunge il direttore «di creare una card che possa garantire dei benefit ai clienti fidelizzati dei marina dislocati sulla costa regionale. In quest’ottica un’esperienza personalizzata in Barcolana potrebbe essere un plus di grande attrattività per ringraziare coloro che da anni ci accordano la loro preferenza». –



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