Porto, Monassi ottiene una “proroga tecnica”

Impossibile l’insediamento di un nuovo presidente già a partire dal 20 gennaio
Una seduta del Comitato portuale, al centro Marina Monassi
Una seduta del Comitato portuale, al centro Marina Monassi

È incominciato il 2015 anche in porto, ma una cosa soltanto è già certa: il mandato di Marina Monassi al vertice dell’Authority non scadrà lunedì 19 gennaio, cioé a quattro anni esatti dalla sua nomina, bensì incomincerà a scattare la proroga tecnica che potrà protrarsi per un massimo di 45 giorni.

È pressochè impossibile infatti che nel giro di due settimane vengano completati tutti gli adempimenti necessari anche al semplice insediamento di un commissario che è una delle ipotesi che pure rimane ancora in piedi assieme a quella di un nuovo presidente che vedrebbe Zeno D’Agostino, manager dell’interporto Quadrante Europa di Verona, proposto dai Comuni di Trieste e di Muggia, sempre più saldamente in pole position rispetto ai due concorrenti: Nereo Marcucci presidente nazionale di Confetra citato dalla Provincia e Antonio Gurrieri, dirigente della stessa Authority, proposto dalla Camera di commercio.

Quanto a quest’ultimo, in pieno periodo festivo è circolata una voce che lo dava come possibile commissario in una sorta di fantomatica lottizzazione che avrebbe assegnato al centrosinistra la sdemanializzazione del Porto Vecchio e al centrodestra, perlomeno temporaneamente, la Torre del Lloyd. «Un’autentica barzelletta», la definiscono in molti tra cui sia lo stesso interessato che l’autore del blitz sulla sdemanializzazione, il senatore del Pd Francesco Russo che assicura che fin dopo l’Epifania non vi sarà comunque alcuna nomina.

In base alla legge, il presidente deve essere scelto dal ministro di Infrastrutture e trasporti Maurizio Lupi in accordo con la governatrice Debora Serracchiani. Ma è anche la situazione attualmente esistente su scala nazionale, dove risultano commissariate ben un terzo delle 24 Autorità portuali, a non far ritenere ancora tramontata l’ipotesi commissario. Il 13 novembre rispondendo a un’interrogazione di alcuni parlamentari del Pd, il ministro Lupi ha chiamato in causa il Decreto Sblocca Italia in vigore da quel giorno e il Piano nazionale della portualità e della logistica che il ministero deve approntare entro 90 giorni. «È evidente che in questi 90 giorni - ha detto Lupi - noi dobbiamo stare molto attenti alle scadenze dei presidenti che arrivano, a verificare come sarà il confronto con le proposte del Governo e il confronto con il Parlamento, perché sarebbe antitetico andare a nominare ulteriori presidenti di Autorità portuali che poi dovessero essere accorpate o essere inserite all’interno di criteri nuovi e più ampi».

È successo così che in una serie casi negli ultimi mesi, pur essendo state regolarmente inviate le terne di nomi da parte degli enti territoriali, il ministro abbia preferito fare dei commissari. Non mancano, in giro per l’Italia, casi clamorosi. Il Consiglio di Stato ha dichiarato inammissibile, per mancanza delle competenze necessarie, la nomina avvenuta due anni fa a Cagliari di Pierluigi Massidda, di professione chirurgo plastico.

Per “riparare” alla situazione, il ministro Lupi nel novembre 2013 ha nominato lo stesso Massidda commissario straordinario, carica che ha mantenuto per due mesi. Al vertice dell’Authority del Nord Sardegna lo stesso Lupi ha invece nominato commissario Fedele Sanciu (anch’egli come lo stesso Massidda di lunga militanza nel Pdl), ma che come titolo di studio ha la licenza di scuola media inferiore. Anche il centrosinistra ha qualche scheletro nell’armadio: signore indiscusso del porto di Bari è da oltre nove anni Francesco Mariani: la legge prevede al massimo otto anni per due mandati successivi da presidente, ma a questi Mariani è riusciuto anticipatamente ad aggiungere un ulteriore anno, tra dicembre 2005 e dicembre 2006 come commissario.
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