Porto, Marina Monassi si aumenta lo stipendio di 120 mila euro

Oggi tutti guardano tutti, e ciascuno chiede all’altro di abbassarsi compensi ed emolumenti, dai parlamentari ai consiglieri regionali, la “spending review” governativa appena iniziata ci spennerà ancora un poco, ma anche se le “spettanze” delle Autorità portuali sono fissate secondo parametri di legge, e dunque sono sottratte ad ogni arbitrarietà, a Trieste si accende, anziché un eventuale calo di emolumenti, un aumento. Alla voce «Indennità di carica e rimborsi spese al Presidente dell’Autorità portuale» il bilancio consuntivo 2011 segna uno stipendio iniziale di 200 mila euro, una variazione superiore di 120 mila, e una cifra finale complessiva di 320 mila euro.
La legge consente un aumento di indennità nel caso il presidente dell’Authority non sia residente nella città dove esercita la propria funzione. E questo è il caso di Marina Monassi, residente a Roma, che non ha lasciato evidentemente perdere l’opportunità.
Aumentate però anche le indennità di carica per i membri del Comitato portuale (10 mila euro) e degli organi di controllo (60 mila), per un rimborso derivante da un’azione giudiziaria contro la disposizione di legge che per il 2008-2009 aveva portato ad abbassare le cifre spettanti. In totale dunque gli organi di gestione del porto sono costati lo scorso anno 198 mila euro in più del 2010. Gli obblighi di calare percentualmente le spese per consulenze, viaggi, mostre, pubblicità, taxi e altre “varie” sussistono, e il porto di Trieste ha risparmiato 176 mila euro.
Peraltro l’Autorità portuale risparmia considerevolmente anche da un’altra parte, e cioé sullo stipendio del segretario generale, che di fatto non è ufficialmente nominato, ma è “facente funzioni” da quando Monassi si è insediata. E così dal 2010 al 2011 - registra il documento contabile - qui si è messa a segno una minore spesa: dal 204 mila euro a soli 27 mila.
I dipendenti invece calano a vista d’occhio con un progressivo processo di incentivazione al pensionamento anticipato. Nel 2011 hanno lasciato il porto 27 dipendenti, nei primi mesi del 2012 ne sono usciti altri 8, in totale lavorano a stipendio 152 persone, di cui 7 dirigenti, con una spesa a consuntivo di 11 milioni (di 9,5 se si escludono dal computo gli incentivi), con un minore esborso di 476 mila euro rispetto al 2010, e di 1 milione rispetto alle previsioni. Al posto dei “prepensionati” sono stati assunti 8 professionisti, di cui 7 con un contratto a termine di due anni.
Sul fronte del lavoro da segnalare che l’anno scorso si sono verificati nell’ambito del porto 92 incidenti sul lavoro (6 a dipendenti). Anche questo dichiara la relazione di bilancio, elencando di seguito le azioni messe in campo per verificare a posteriori quanto accaduto e per attivare misure di prevenzione che devono spaziare su una superficie di 535 mila metri quadrati complessivi. (g. z.)
Riproduzione riservata © Il Piccolo