Porto, l’Authority avvia l’iter per privatizzare le partecipate
Alla vigilia del Comitato portuale che martedì proporrà il “giallo” del segretario e mentre infuria il toto-candidature sul nuovo presidente, l’Autorità portuale avvia finalmente l’iter per la privatizzazione delle società partecipate. Sul sito web è apparso ieri l’avviso di aggiudicazione dell’appalto per “l’affidamento dei servizi di advisory e di assistenza specialistica per la cessione di quote del capitale sociale di Adriafer srl, Trieste terminal passeggeri spa e Porto di Trieste servizi spa detenute dall’Autorità portuale di Trieste”. L’appalto è stato assegnato alla Kpmg advisory spa di Roma. Nell’avviso si dà conto che le offerte pervenute sono state 9 e che il valore finale totale dell’appalto è di 192mila 500 euro, Iva esclusa. «Il Network Kpmg, attivo in 155 Paesi del mondo con oltre 155 mila professionisti - si legge sul sito web della società - è leader a livello globale nei servizi professionali alle imprese: revisione e organizzazione contabile, consulenza manageriale e servizi fiscali, legali e amministrativi. Da oltre 50 anni in Italia - scrive Kpmg - accompagniamo i percorsi di crescita delle imprese. Oggi, con più di 3 mila professionisti, 177 partner, 26 sedi sull’intero territorio nazionale e oltre 5 mila clienti, siamo la più importante piattaforma di servizi professionali del Paese.» “Deliberazione quadro enti e società partecipate ApT” è anche il terzo punto all’ordine del giorno del Comitato di martedì.
Oggi Adriafer è ancora al 100% di proprietà dell’Authority e il suo direttore tecnico, l’ingegner Eric Marcone ne è l’amministratore unico. Non essendo un’impresa non può operare al di fuori del perimetro del porto e da qui nascono gran parte dei problemi dello scalo triestino legati alla doppia manovra ferroviaria con dilatazione di tempi e costi: la sua privatizzazione è un’esigenza primaria. Porto di Trieste servizi è la multiutility dello scalo, anch’essa ancora totalmente di proprietà dell’Authority e con amministratore unico, di recente nomina, l’ingegner Silverio Pipolo. Il caso più noto è quello di Trieste terminal passeggeri, che gestisce crociere e traghetti ed è controllata da Tami, società composta da Unicredit, Costa crociere, Generali e Giuliana Bunkeraggi. L’Autorità portuale detiene ancora il 40% delle quote, ma è intenzionata a cederne un’altra parte. Di Ttp il presidente è Antonio Paoletti mentre Franco Napp occupa il ruolo di amministratore delegato, cariche che però dovrebbero essere rinnovate il mese prossimo.
Non figura all’odg del prossimo Comitato invece la richiesta di concessione trentennale per la banchina di Servola e l’area retrostante avanzata da Siderurgica Triestina, la società del Gruppo Arvedi che ha rilevato la Ferriera. Alla richiesta è stata data l’obbligatoria pubblicizzazione, ma evidentemente gli adempimenti dell’Authority non sono conclusi. Secondo indiscrezioni però un’ulteriore seduta del Comitato portuale dovrebbe svolgersi entro la fine del mese allorché scadrà la concessione provvisoria che era stata rilasciata ancora alla Lucchini. Oggi intanto è previsto un ulteriore giro di consultazioni tra la governatrice Serracchiani, la presidente della Provincia Basa Poropat e i sindaci Cosolini e Nesladek per fare due nomi della terna dalla quale dovrà essere scelto il presidente, a meno che il governo non opti per un commissario.
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