Porto, la giunta comunale indica Dipiazza
Delibera all’unanimità. Il sindaco: la mia candidatura è un’opportunità per Trieste
Roberto Dipiazza
TRIESTE.
Il sindaco Roberto Dipiazza punta ufficialmente a fare il presidente del Porto di Trieste. La terza candidatura, quella che mancava per completare la terna dalla quale il ministro alle Infrastrutture e Trasporti Altero Matteoli, in accordo con il governatore Renzo Tondo, dovrà scegliere il prossimo numero uno dell’Authority, è la sua. A esprimerla è stato lo stesso Comune di Trieste. Ieri la giunta nella riunione tenutasi in tarda mattinata, mentre Dipiazza è uscito, ha dato il via libera sul nominativo del sindaco all’unanimità: otto voti favorevoli su altrettanti assessori presenti. Se verrà scelto (la presidenza di Boniciolli scade già il 4 dicembre e potrà essere prorogata solo per un mese e mezzo) Dipiazza dovrà dimettersi e lasciare il municipio nelle mani del suo vice Gilberto Paris Lippi fino alle elezioni della prossima primavera.
Dipiazza si mette così in piena rotta di collisione con un’altra candidata sostenuta dal centrodestra: Marina Monassi che è stata la prima a venir nominata, a sorpresa, da parte del presidente della Camera di commercio Antonio Paoletti, oltre che con l’attuale presidente, Claudio Boniciolli, la cui ricandidatura è stata proposta sia dalla presidente della Provincia, Maria Teresa Bassa Poropat, che dal sindaco di Muggia Nerio Nesladek.
«Ritengo che la mia candidatura alla presidenza del Porto - ha dichiarato nel pomeriggio Dipiazza - possa rappresentare un’opportunità per la città: in primo luogo in virtù dell’esperienza acquisita in oltre quindici anni non solo di sindaco, ma anche di amministratore nel Comitato portuale, oltre che di presidente dell’Autoporto di Fernetti e dell’Aeroporto di Ronchi. Ho detto che questa mia presenza nella terna di nomi può essere un’opportunità per Trieste - ha aggiunto - anche perché ho dimostrato nel corso di questi miei incarichi di aver raggiunto degli importanti obiettivi per la città, non senza un significativo consenso dei cittadini. Una mia eventuale presidenza dell’Autorità portuale quindi - ha concluso Dipiazza - non potrà che essere finalizzata a un forte impulso allo sviluppo e determinata al conseguimento di una crescita per la quale già l’attuale gestione ha posto delle solide basi». E ha poi aggiunto di ritenere solide basi, in particolare il nuovo Piano regolatore e la concessione per il Porto Vecchio.
«Dipiazza ci ha manifestato questo suo interesse - spiega il vicesindaco e assessore al Porto Gilberto Paris Lippi - e abbiamo consultato gli uffici tecnici del Comune su quale fosse la forma più opportuna per esprimere l’indicazione a favore del sindaco. Di conseguenza abbiamo varato una delibera di giunta che non ha provocato alcuna reazione contraria raccogliendo solo voti favorevoli». Per l’indicazione di una candidatura, basta l’indicazione del sindaco al ministro, ma in questo caso Dipiazza ha indicato se stesso: da qui la procedura ”cautelativa”. A votare a favore di Dipiazza candidato presidente dell’Authority sono stati oltre allo stesso Lippi, anche gli assessori Giovanni Ravidà, Massimo Greco, Marina Vlach, Giorgio Rossi, Carlo Grilli, Enrico Sbriglia e Michele Lobianco. Erano assenti gli assessori Claudio Giacomelli, impegnato nella sua veste professionale di avvocato, in un processo, e Paolo Rovis, all’inaugurazione del volo Trieste-Linate che ha affermato di aver appreso appena ieri mattina, interpellando la collega Vlach, che una delibera sulla candidatura di Dipiazza era stata inserita all’ordine del giorno della giunta. A favore di Dipiazza hanno votato anche gli assessori di fede ”camberiana” che verosimilmente dovrebbero sostenere Marina Monassi. Vero è però che se il Comune non avesse espresso un altro nome e la terna non fosse stata completata, qualsiasi nomina sarebbe stata a rischio di ricorsi.
«Nutro grande rispetto per tutte e tre queste candidature - ha dichiarato il deputato del Pd Ettore Rosato - ma per Dipiazza si pone anche un gravissimo problema di conflitto di interessi e sono curioso di capire come intenderà risolverlo». Il riferimento è alla consulenza offerta dall’architetto Rossella Gerbini, compagna di Dipiazza, ai costruttori Maltauro ai quali, affiancati dalla Rizzani-de Eccher, la stessa Authority ha dato in concessione il Porto Vecchio per una gigantesca operazione di riqualificazione.
Secondo il deputato della Lega Nord Massimiliano Fedriga potrebbe esserci stato già in qualche modo un accordo spartitorio per portare sulla prima poltrona della Torre del Lloyd Marina Monassi «che reputo si presenti alla scelta in pole position. Non si spiegherebbe altrimenti - sostiene Fedriga - la sua indicazione improvvisa da parte di Paoletti che fino al giorno prima diceva di volersi candidare in prima persona».
Ma secondo altre voci di corridoio, i camberiani, ricevuto un veto su Monassi, sarebbero pronti invece a confluire su Boniciolli che del resto, fanno notare i maligni, è sempre andato d’accordo con Regione e Comune, entrambi a guida centrodestra, e l’unico con cui ha fatto baruffa è stato proprio Rosato. «Una ricandidatura va valutata soltanto in termini di risultati ottenuti e di qualità della persona e non in base all’appartenenza politica del presidente - ha osservato ieri il presidente di Assoporti, l’associazione che riunisce tutte le Autorità portuali, Francesco Nerli - e in questo caso Boniciolli ha dalla sua il varo del Piano regolatore e la concessione di Porto Vecchio. Diverso sarebbe stato se si trattasse di una prima candidatura, ma in caso di riconferma gli schieramenti politici possono saltare. Io stesso (Nerli fa riferimento al centrosinistra) sono stato riconfermato più volte dalla parte politica avversa».
Altre voci ancora affermano che sia invece Dipiazza ad avere già in mano un accordo con il presidente della Regione Renzo Tondo, pronto a spianargli la strada verso la Torre del Lloyd. Sarà il ministro Matteoli a nominare il presidente dopo essersi consultato con lo stesso Tondo. «Proprio giovedì - ha dichiarato ieri Luigi Grillo (Pdl) presidente della Commissione Trasporti del Senato - ho in programma l’incontro che ho mensilmente con il ministro Matteoli. Abbiamo intenzione di parlare anche della presidenza del porto di Trieste». Dopo quell’incontro molte cose potrebbero essere più chiare.
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