Porto in forte crescita, ci lavorano in 10mila
Il porto di Trieste è oggi un formidabile polmone di occupazione tanto da essere arrivato a dare lavoro a diecimila persone. Lo ha riferito il segretario dell'Adsp Mario Sommariva nella dettagliata relazione fatta l’altra sera in un affollato incontro promosso dal Partito democratico.
Non si tratta di una stima ma del reale numero di persone che quotidianamente usufruiscono del permesso di ingresso per entrare nello scalo triestino per lavorare, compresi, ad esempio, anche coloro che sono impegnati nei cantieri edili. I dipendenti diretti, considerando invece solo coloro che sono direttamente impegnati nelle manovre portuali, sono 1.123.
«In due anni - ha affermato Sommariva - questi sono cresciuti di ben 255 unità e logicamente in questo lasso di tempo in porto non esiste nemmeno una persona che abbia perduto il proprio posto di lavoro».
L'Agenzia del lavoro costituita dall'Authority, che oggi costituisce un esempio a livello nazionale e che forma il pool di manodopera che interviene nei casi di picchi di lavoro (una riedizione della vecchia Compagnia) è arrivata a contare 134 portuali.
Qui però, e Sommariva non lo ha nascosto, arrivano le note meno liete: ben 123 di loro soffrono di patologie osteoarticolari. Inoltre il 30% di questi lavoratori è over 50, mentre la media nazionale è del 23%. Nelle imprese che fanno operazioni portuali invece ben il 48% è costituito da personale impiegatizio a dimostrazione dell'informatizzazione e dell'automazione che ormai contraddistinguono le manovre.
«"Infrastrutture, ferrovie, lavoro e Punti franchi sono i nostri quattro pilastri - ha specificato il segretario generale - che si associano con tre "i": intermodalità, integrazione, innovazione. Le nostre priorità tracciano la strada a livello nazionale tant'è vero che il nostro presidente Zeno D'Agostino è stato eletto al vertice di Assoporti».
Dopo le introduzioni del segretario provinciale del partito Adele Pino e del coordinatore del gruppo di lavoro Roberto Treu, le potenzialità espresse e inespresse dello scalo sono stati ribadite dai tecnici Claudio Grim e Luigi Braida che tra l'altro ha parlato di 14 chilometri di raccordi ferroviari inutilizzati.
All'ex sindaco Roberto Cosolini le considerazioni politiche: «Con i cinque anni del mio mandato abbiamo ritrasformato Trieste da città sul mare a città di mare. Quello che non è accaduto ora con Roberto Dipiazza che è un uomo pragmatico, quasi certamente accadrà se quella parte politica vincerà le elezioni regionali che sono dietro l'angolo: il porto di Trieste tornerà a essere un feudo di potere politico e le attuali eccezionali competenze tecniche della governance finiranno messe in secondo piano».
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