Porto, il primato della Siot
Primo porto petroli del Mediterraneo e primo oleodotto d’Europa. Festeggiamenti per il raggiungimento della doppia leadership ieri alla Torre del Lloyd con Ulrike Andres, presidente sia della Siot (di cui è anche amministratore delegato) che del Gruppo Tal di cui Siot fa parte, e Marina Monassi presidente dell’Autorità portuale. L’anno scorso al terminal nella baia di Muggia sono state sbarcate 41,3 milioni di tonnellate di greggio con un aumento del 18,07% rispetto al 2012 e sono arrivate 502 petroliere. Sono stati pagati 5,5 milioni di tasse portuali e sono cresciuti del 15% anche i dipendenti della Siot che ora sono 114. «Un record storico proprio in concomitanza con il cinquantesimo anniversario di fondazione del Gruppo Tal - ha commentato Andres che era affiancata dal direttore amministrativo Paolo Privileggio - Trieste deve essere orgogliosa di aver superato porti del calibro di Genova e Marsiglia.»
L’ultimo colpo d’ala è stato propiziato dal maggiore approvvigionamento alla raffineria di Karlsruhe, una delle maggiori della Germania, che ora viene rifornita esclusivamente via Trieste dopo aver abbandonato l’opzione Marsiglia, ma anche da un incremento di fornitura alla Repubblica Ceca che con l’ingresso, con il 5% delle quote, del gruppo statale ceko Mero nell’assetto societario Tal ha voluto garantirsi la sicurezza dell’approvvigionamento energetico in alternativa al greggio proveniente dalla Russia. Attraverso l’oleodotto transalpino passa oggi il 90% del petrolio che serve all’Austria, il 40% di quello per la Germania (con Baviera e Bader-Wurttemberg servite al 100%) e oltre il 40% di quello della Repubblica Ceca. Gli azionisti di Tal sono alcune delle majors del settore petrolifero a livello mondiale: Omv, Shell, Ruhr Oel, Eni, C-Blue limited (Gunvor), Bp, ExxonMobil, Mero, Philips 66/Jet Tamkstellen e Total. «Gli azionisti dimostrano in questo modo grande fiducia in Trieste - ha aggiunto la presidente - ciò grazie alla competitività e all’affidabilità del Gruppo Tal, ma anche grazie all’efficienza dello scalo triestino e al suo regime di Punto franco che consente agli operatori di godere di importanti benefici come ad esempio il pagamento dei diritti doganali dilazionato a 6 mesi con un tasso d’interesse ridotto e all’azione sinergica che si è sviluppata con l’Autorità portuale.»
L’incremento dei traffici comporta maggiori ricadute positive sul territorio. Innanzitutto in termini occupazionali avendo la Siot assunto l’anno scorso una quindicina di nuovi dipendenti e poi in termini economici più generali. Secondo i dati forniti da Andres e Privileggio, ogni petroliera che attracca ai pontili del terminal “lascia” 70mila euro sul territorio, il fatturato annuale delle agenzie marittime relativo al petrolio è di 6,7 milioni di euro e 70 milioni di euro l’anno è la ricaduta locale complessiva tenuto conto di investimenti, indotto e imposte. Tutto ciò mentre in Italia il settore raffinazione e distribuzione registrerà nel consuntivo 2013 una perdita stimabile tra 1,5 e 2 miliardi di euro. Ma le raffinerie servite da Trieste sono tutte straniere: ben 8 sparse tra Austria, Germania e Repubblica ceca.
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