Porto: guerra Cral-Monassi «I soldi non ci sono solo per noi»

Perché piangere il morto in separata sede se poi si sbandierano mazzette di banconote? Non si danno pace, pur guardandosi dal dichiararlo letteralmente, gli irriducibili del Cral del Porto. Era da qualche mese che il loro presidente Lorenzo Deferri - “incubo” di Marina Monassi per quella causa vinta nell’autunno 2012 davanti al giudice del lavoro, che ha sentenziato l’insfrattabilità del Cral dalla Marittima finché l’Autorità portuale non gli avrà messo a disposizione una nuova sede - se ne stava in silenzio. In questi giorni però Deferri, appena rieletto per il quarto triennio consecutivo, ha deciso di reimbracciare il megafono. Il fatto è che non sono giorni qualunque, questi.
Giusto l’altra settimana, in Comitato portuale, è stato approvato il consuntivo 2013 con «11.615.093 euro di avanzo di bilancio da investire in infrastrutture per migliorare lo scalo». A quel punto, evidentemente, Deferri è andato a pescare una lettera al Cral, datata 25 febbraio, in cui l’Authority comunicava di non avere, o più precisamente di non poter impiegare, i soldi necessari alla realizzazione della nuova sede del circolo, i cui spazi come è noto da tempo sono stati già individuati al piano terra dell’edificio 93, a destra della Torre del Lloyd, a fianco della palestra in dotazione al Cral stesso. Ci vogliono più o meno 400mila euro, 333.700 più Iva stando a un progetto di Porto di Trieste Servizi Spa allegato alla lettera del 25 febbraio di quest’anno e datato a sua volta 5 ottobre 2012.
«Si fa presente - si legge nella missiva ultima dell’Authority - che la scrivente ha la prioritaria necessità di reperire il finanziamento per detti lavori senza dover distrarre importi da altre destinazioni di prevalente interesse portuale. Al verificarsi di dette condizioni favorevoli, verrà data esecuzione alla ristrutturazione dei locali in oggetto, fatta salva la possibilità del Cral di poter anticipare a suo carico i lavori necessari, recuperando nel caso in via successiva la somma anticipata mediante l’abbattimento di canone e con l’ulteriore beneficio di una maggior durata contrattuale». Traduzione: l’ente presieduto da Monassi non ha denaro da mettere per quel trasloco, perché intende investire ciò che ha in infrastrutture che migliorino la redditività dello scalo, e quindi, come già nelle more della causa persa nel 2012, propone al Direttivo del circolo di fare un mutuo per accollarsi la spesa, defalcabile poi «per una settantina d’anni» dall’affitto, stima lo stesso Deferri. Il quale, con una lettera del 4 marzo, prima ancora quindi della notizia del consuntivo 2013, replicava così: «Vogliamo portare alla Vostra conoscenza, ma lo sapevate già, che purtroppo non siamo equipaggiati per le “missioni impossibili”. Al contrario siamo certi che l’Autorità portuale, ai sensi dell’accordo del ’91 (che prevedeva col placet dei sindacati una nuova sede alla Torre del Lloyd a transazione di precedenti contenziosi, ndr) ed avvalorato dalla sentenza del 2012, troverà il modo d’inserire nel complesso bilancio dell’Ap la somma necessaria».
«Prendo atto dalle notizie di stampa - aggiunge a voce Deferri - che il bilancio è positivo, e che la retribuzione del segretario facente funzioni (Walter Sinigaglia, ndr) è aumentata. Mi meraviglio che, innanzi al pronunciamento di un giudice, siamo fermi. Noi abbiamo titolo per sentenza a restare alla Marittima finché non sarà pronta la sede nuova a spese dell’Authority, il problema è che sono le stagioni delle crociere che hanno bisogno proprio della Marittima. Dal progetto allegato, in effetti, i tempi per l’opera all’edificio 93 sono di un anno almeno».
«Noi ci preoccupiamo - sta scritto peraltro nella lettera di marzo del Cral - di non essere imputati, un giorno, di essere d’intralcio alla crescita dei traffici, nello specifico del settore “passeggeri”, convinti come siamo che il suo sviluppo espoloderà».
@PierRaub
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