Porto bloccato, gli armatori turchi sospendono la linea
La decisione è a tempo indeterminato, le navi sono dirottate su altri scali. Intanto lo sciopero dei lavoratori è stato prolungato
Traghetti turchi della Samer sospesi a Trieste a tempo indeterminato, sciopero prolungato fino alle 8 di domattina e armatori internazionali già attivi col passaparola per dirottare le navi su altri scali.
Queste le pesanti novità della giornata di ieri per il porto di Trieste, ancora bloccato in tutte le sue attività principali dalla protesta dei lavoratori, in disaccordo con i terminalisti e non soddisfatti di quanto proposto dal documento firmato lunedì sera in Prefettura. Non è bastato dunque l’impegno di organizzazioni sindacali, Autorità portuale e prefetto che, assieme ai rappresentanti dei terminalisti, hanno tentato di far coincidere le richieste dei lavoratori con quanto previsto dalla “legge sui porti”. Un soggetto unico (Agenzia) che raccolga chi è impegnato oggi nei lavori più pesanti e garantisca tariffe fissate per legge e indennità per le giornate di “mancato avviamento al lavoro”. La creazione di questo soggetto deve però essere vagliata dal ministero delle Infrastrutture e Trasporti, e proprio per questo l’Authority si è impegnata a contattare la Direzione ministeriale competente, fissando al 14 giugno un nuovo incontro con i rappresentanti dei lavoratori.
Il Molo VII pieno di contenitori e desolatamente vuoto di uomini era ieri l’immagine più emblematica, assieme al caos di Tir nei pressi del terminal ro-ro con la Turchia, di quanto sta accadendo in uno dei più importanti scali italiani. Anche grazie all’opera della Protezione civile e all’impiego di tutti gli uomini a disposizione dell’Authority, la situazione è rimasta sotto controllo con la distribuzione - proseguita anche la notte scorsa - di oltre un migliaio di “pacchi pranzo” (compresi quelli adeguati per le persone di religione musulmana) e centinaia di bottigliette d’acqua. Una quindicina di wc chimici sono stati installati nelle aree prive di servizi e occupate da centinaia di Tir.
Nel frattempo proprio gli armatori turchi, presenti lunedì a Trieste per una serie già programmata di incontri, hanno deciso di sospendere la linea con Trieste a tempo indeterminato. Ad annunciarlo lo stesso Enrico Samer, a capo della società che gestisce il traffico ro-ro. «Ieri mattina stavamo per iniziare a operare ma la cooperativa con la quale abbiamo il contratto non si è presentata nonostante l’accesso al Porto fosse libero. Una nave è stata spostata a Capodistria, ne abbiamo altre 8 da lavorare ma la linea è stata spostata su Tolone, in Francia, mentre i titolari delle imprese di trasporto sono stati invitati ad utilizzare le vie terrestri per raggiungere la nostra città».
«Una mazzata, uno tsunami per il porto. La situazione è gravissima: Msc ha mandato una nave a Capodistria, una è all’ancora e se ne sta andando a Ravenna, un’altra nave ha cancellato Trieste». Non ha parole a sufficienza per esprimere la preoccupazione della categoria Edoardo Filipcic, presidente dell’Associazione agenti marittimi. «La rete internazionale degli armatori è informata di quanto sta accadendo e non stanno più prendendo prenotazioni a Trieste, deviando i traffici nei porti vicini dell’Adriatico o nel Nord Europa. Nel corso delle trattative sono stati sconfessati i sindacati – prosegue Filipcic – e la nostra categoria si chiede cosa stia succedendo e perché non intervengano le autorità. Non abbiamo una risposta sul perché stia proseguendo lo sciopero dopo l’offerta fatta ai lavoratori. Chi vuole lavorare dovrebbe poterlo fare, ormai è un problema di ordine pubblico. In questi tre giorni è stato distrutto il lavoro degli ultimi tre anni di sacrificio. Gli armatori non riporteranno le navi a Trieste».
Dialoghi e trattative per cercare una soluzione fra agenti marittimi e spedizionieri da un lato e Prefettura (e forze dell’ordine) dall’altro sono proseguiti sino a sera con un lungo doppio vertice al palazzo del governo, come riferiamo qui a fianco.
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