Porte aperte al Tempio massonico

TRIESTE Come ogni anno in occasione della Notte bianca è stato aperto anche ieri a tutti i cittadini il Tempio massonico del Grande Oriente d’Italia in corso Saba 20. Oltre alla “misteriosa” Sala delle adunanze che custodisce tutti i simboli della “muratoria” i visitatori hanno potuto scoprire la biblioteca “Manlio Cecovini” intitolata all’ex sindaco di Trieste che fu ai vertici del Rito scozzese e la Sala dei passi perduti dove si tengono conferenze e presentazioni. Sono quasi duecento i “fratelli” triestini che periodicamente si riuniscono nel Tempio e appartengono a sette diverse logge: Alpi Giulie, Guglielmo Oberdan, Nazario Sauro, Giuseppe Garibaldi, Italia e Ars Regia alle quali meno di tre anni fa si è aggiunta la Humanitas. In tutta la regione le logge del Goi sono 14 e gli affiliati complessivamente 350.
A fare gli onori di casa è stato ieri l’avvocato Paolo Volli, presidente del Collegio circoscrizionale dei Maestri Venerabili del Friuli Venezia Giulia. «Nonostante le defezioni di alcuni affiliati anziani - spiega Volli - altri giovani triestini sono subentrati e oggi siamo ai vertici italiani nel rapporto tra popolazione e adepti del Goi». Due triestini, su cui nomi comunque permane la riservatezza, ricoprono anche i ruoli rispettivamente di Garante di amicizia con la Slovenia e Garante di amicizia con la Croazia. «Il primo ottobre - annuncia Volli - al Ridotto del Teatro Verdi il Goi organizza un convegno aperto al pubblico sui settant’anni dall’avvento della Repubblica con annessa una mostra con le prime pagine dei giornali dell’epoca con le notizie del referendum del 1946.
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