Porta la comunione alla moglie malata e ferma a casa a Trieste: multato

Sanzione da oltre 500 euro a un 80enne che aveva con sé in auto la particola consacrata da un parroco del capoluogo per la coniuge con cui vive a Sgonico. «Chi mi ha fatto il verbale è stato ligio al suo dovere ma spero ritrovi più umanità»

TRIESTE. «Mi chiedono patente, libretto, carta d’identità. L’autodichiarazione la compilo sul momento, perché avevo un modello precedente. Dopo un paio di minuti mi consegnano una copia del verbale, spiegandomi che il motivo del mio spostamento non è giustificato». Si è “acceso” così, l’altro giorno, con una multa di 533 euro, ridotta del 30% se pagata entro 30 giorni, il pomeriggio di un 80enne triestino che recentemente da Sgonico, dove abita, ha raggiunto una chiesa del capoluogo, distante da casa più di una decina di chilometri, per un appuntamento per lui importante: doveva infatti incontrarsi con un parroco per prendere la particola della comunione per la moglie, che non si può muovere per motivi di salute.

«Il religioso ha consacrato la particola – spiega l’uomo – che ho portato a mia moglie, contenuta in una teca». Infatti un laico può portare la particola consacrata in via straordinaria a un parente, previo assenso del sacerdote. Lo spostamento era così per l’80enne «giustificatissimo», anche se il tragitto era lungo. «Mia moglie – aggiunge – per ragioni di salute non si può muovere, ma io volevo che avesse la possibilità, per il suo spirito e la sua anima, di condividere il sacramento della comunione».

Le forze dell’ordine non hanno però interpretato il concetto allo stesso modo. Dopo averlo fermato mentre rientrava a casa, transitando lungo strada del Friuli, non hanno ritenuto valida la motivazione e gli hanno perciò fatto la multa.

L’anziano, a chi lo sanzionava, ha però riferito anche qualcos’altro: «Il resto d’Europa, e forse anche del mondo, riconosce a noi italiani quella “umanità” di cui tutti abbiamo bisogno. Mi è dispiaciuto molto che il graduato che mi ha consegnato il verbale mi abbia risposto questa “umanità” non c’entra per niente, proprio per niente. Pagherò il verbale – conclude – che quel signore, giustamente ligio al suo dovere, mi ha consegnato. Penso che rifarò la stessa strada la prossima volta per quello stesso senso di “umanità” e spero che quel signore ci ripensi e che scelga la più ardua strada della “umanità”, non per non fare altri verbali, ma per lui».

Da questo episodio sorge allora un nuovo quesito: può un religioso, in tempi di coronavirus, andare a casa di un fedele impossibilitato a uscire per portargli il sacramento della comunione? «In questo periodo il sacramento può essere somministrato in chiesa se quest’ultima è vicina a casa e il fedele è di passaggio durante lo svolgimento di altre attività ritenute urgenti», spiega un parroco: «Un sacerdote può comunque andare direttamente nell’abitazione della persona che è impossibilita a uscire».

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