Pordenone: in un mercatino Tiepolo rubato
Vale un milione ma sulle bancarelle veniva venduto per poche migliaia di euroVale un milione ma sulle bancarelle veniva venduto per poche migliaia di euro
PORDENONE Dalle ricchissime magioni di Roma (castelli e palazzi di notai, commercialisti, anche qualche discendente di nobile casato), alle comunque molto ricche ville del Nordest: dove il denaro non manca, ma può capitare di esporre un Tiepolo in salotto senza rendersene conto. Un clamoroso traffico di opere d’arte rubate è stato scoperto dai carabinieri di Pordenone per un valore complessivo stimato in decine di milioni di euro. Sono novanta le opere recuperate e poste sotto sequestro, ma solo di 14 si conosce la provenienza; delle altre, per difetto dei proprietari che non si curano di catalogare e sono poi costretti a denunce sommarie, si sa che provengono da furti solo attraverso i risultati delle indagini.
Il cuore del traffico erano i mercatini dell’antiquariato: in quattro di questi, tutti nel Trevigiano, alcuni antiquari svolgevano un doppio lavoro. Ufficialmente vendevano la merce alla luce del sole, ma per alcuni clienti speciali e danarosi, con i quali avevano un rapporto di fiducia, avevano a disposizione un autentico giacimento di capolavori. Con una clamorosa aggravante, almeno dal punto di vista artistico: non erano assolutamente consapevoli del valore della merce che piazzavano attraverso il mercato parallelo. È così che un collezionista di Portogruaro è venuto in possesso di un Tiepolo pagandolo 15 mila euro: lo aveva appeso in salotto, in una villa mediamente protetta da un normale sistema d’allarme. L’opera, "Scena Carnevalesca", è stata dipinta nel 1765 da Giandomenico Tiepolo e si sa anche a chi è stata rubata (il nome è ovviamente top secret), in un palazzo romano: vale almeno un milione di euro. E come il Tiepolo, molte altre opere tra quelle recuperate hanno valori estremamente superiori a quelli per cui erano state rivendute: c’è un’icona del 1500 che ha lasciato senza fiato gli investigatori, e non si sa nemmeno di chi sia.
L’indagine è iniziata lo scorso settembre, grazie alla segnalazione di un cittadino: così i carabinieri del Nucleo Operativo di Pordenone coordinati dal maggiore Pietro Patrono hanno cominciato a frequentare i mercatini, dove si diceva che con le entrature giuste si potevano fare affari ottimi ma decisamente sospetti. Il filone ha dato sorprese inimmaginabili, e l’inchiesta non è ancora conclusa; ne viene reso noto il primo troncone perché le opere sotto sequestro sono molte e importanti, ed è tempo di rintracciare i proprietari, altrimenti per conservarle bisogna pensare a un museo. Due le Procure che lavorano al caso (Pordenone e Treviso), ci sono denunce per ricettazione e incauto acquisto (i carabinieri non precisano quante sono, perché stanno ancora lavorando). Resta il grande quesito: come è possibile avere un Tiepolo e venderlo per 15 mila euro? Secondo i carabinieri, le opere finite nelle mani di questa organizzazione sono il plus dei furti su commissione. I ladri inviati nelle dimore per trafugare questa o quell’opera (per la quale c’era già un acquirente pronto), visto che c’erano prendevano anche qualcosa per sé e poi lo piazzavano all’organizzazione che aveva clienti in Veneto, Friuli, Emilia Romagna, Lombardia. Seguendo un filone di denaro e relazioni, con il peccato originale dell’ignoranza.
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