Pordenone, il prefetto vieta “Bella ciao” per i riti del 25 aprile. Poi cambia idea

«Potrebbe provocare problemi all’ordine pubblico». Sconcerto tra le associazioni dei partigiani. Il senatore Sonego (Pd): «Assudro, quel funzionario va subito allontanato». Putiferio sul web, arriva la retromarcia
Milano, Funerali Pesce - Milano, funerale di Giovanni Pesce - Fotografo: Corradini
Milano, Funerali Pesce - Milano, funerale di Giovanni Pesce - Fotografo: Corradini

Figuraccia con retromarcia precipitosa per il prefetto di Pordenone. Dopo che il Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica di Pordenone, presieduto dal funzionario Pierfrancesco Galante, aveva rigettato la richiesta, formulata dall'Anpi (Associazione nazionale partigiani), di cantare «Bella ciao» durante la cerimonia commemorativa per il 25 aprile, lo stesso Galante è stato costretto a cambiare idea per il putiferio scatenatosi sul web e a livello politico.

La decisione era stata presa per motivi di ordine pubblico legati alla possibile presenza in piazza di gruppi anarchici che, dal 2006 in poi, avevano dato vita ad azioni di disturbo delle manifestazioni ufficiali, prendendo di mira in particolare esponenti dell'amministrazione provinciale. La famosa canzone della Resistenza doveva essere quindi eseguita dalla Banda unicamente durante il corteo cittadino.

All'annuncio, le polemiche si sono scatenate. Il senatore Pd Lodovico Sonego aveva subito chiesto di «allontanare il prefetto Galante da Pordenone», presentando una interrogazione al ministero dell'Interno. «Per il prefetto Galante - scrive Sonego - intonare “Bella ciao” durante la celebrazione dell'anniversario della liberazione è una questione di ordine pubblico che merita persino una riunione dell'apposito Comitato provinciale con il questore, il comandante dei carabinieri e della Guardia di finanza». «Il prefetto - prosegue Sonego - ritiene infatti che la canzone della Resistenza e dell'antifascismo possa produrre fenomeni eclatanti, turbare la campagna elettorale e ulteriori turpitudini. E al termine della riunione del Comitato è stato deciso che durante la cerimonia non si potrà intonare l'inno della resistenza e della liberazione. Si potrà cantare solo la “Canzone del Piave”. Il prefetto va allontanato da Pordenone - conclude il senatore Pd - con rammarico esprimo la delusione per il profilo e il silenzio dell'amministrazione comunale di Pordenone».

Dopo questa e altre sfuriate, il prefetto Galante ha tolto immediatamente ogni limitazione all'esecuzione di "Bella ciao", non risparmiandosi però una figuraccia che ora sta facendo il giro della rete e finirà inevitabilmente sui giornali.

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