Popazzi: «Lasciato a terra perché anziano»

«Non mi vogliono più perché ho più di sessant’anni, ma le pare giusto? È una vita che faccio questo mestiere, ho una darsena, dirigo una scuola nautica per le patenti, ora sono un libero professionista ma un tempo ero comandante delle navi del Lloyd Triestino e poi di altre compagnie. Ho anche insegnato per lunghi anni negli istituti professionali a Grado, Monfalcone e Gorizia». Giovanni Popazzi, anzi, il capitano Giovanni Popazzi, non riesce proprio a mandar giù il rifiuto di Fincantieri ad accettarlo come perito compensatore di bussola delle navi che escono dal cantiere di Panzano. «Ma dove sta il pericolo sulla plancia a bordo?» chiede e sembra di vederlo mentre scuote la testa e ripete «un’incongruenza assurda». Lui capitano di lungo corso, uscito dal Nautico di Trieste e che dopo una lunga carriera si è trasferito a Grado dove ha aperto prima un distributore di carburante per le imbarcazioni (è stato un precursore) e ora in riva Foscolo ha ancora un marina con una piccola darsena e soprattutto la scuola nautica. Con un nome di grande significato: Carmaro. Vuol dire Quarnaro. «Io sono fiumano - racconta - vengo dalle coste del Quarnaro e ho dato questo nome alla scuola nautica per mantenere vivo il ricordo. Ormai è una vita che vivo a Grado». E non si rassegna ad essere tenuto lontano dalle grandi navi. «È una limitazione della mia attività professionale - si lamenta - ma anche quella degli atri colleghi. Oltre a me ci sono soltanto altri due periti compensatori a Trieste, siamo amici da anni. Ma anche loro hanno oltre 60 anni e Fincantieri si è rivolta in Veneto per trovare una persona adatta, hanno preso una persona di Marghera che ogni volta che deve regolare la bussola viene in trasferta». Girobussola, sin chiama così l’operazione di taratura della bussola. «Bisogna uscire con la barca e fare diverse procedure per stilare le tabelle della deviazione - racconta - ed è necessario avere queste carte a bordo su tutte le barche che navigano oltre le sei miglia. La Capitaneria non ha fatto ultimamente controlli sulle imbarcazioni anche se si tratta di regole obbligatorie. Nel caso diventino più fiscali per il diporto sarà un problema». Ma anche per i diportisti potrebbe diventare un problema visto che oltre al capitano Popazzi soltanto altre due persone a Trieste sono titolate a compilare ufficialmente le carte.
«Io continuo a farlo con i privati sulle imbarcazioni più piccole - conclude il capitano Popazzi - e poi con l’attività della scuola nautica a Grado che fa i corsi per le patenti. Una volta avevo anche il distributore di carburante che poi ho ceduto. Speravo di fare attività anche con la Fincantieri, sulla questione dell’età si era interessato pure il comandante del porto. Ma non c’è stato nulla da fare, bisognava fare una deroga speciale ogni volta...»
(g.g.)
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