Ponte Sabbioncello in ritardo i lavori per l’allacciamento alla viabilità croata

Sono a carico di Zagabria che potrebbe compromettere  l’investimento europeo. I cinesi rispettano il ruolino di marcia



I cinesi come le formiche, i croati come le cicale. La costruzione del megaponte di Sabbioncello (Pelješac), in Dalmazia, affidata al consorzio China Road and Bridge Corporation, sta procedendo a mille, con i cinesi che quotidianamente in media posano 4 piloni sul fondale marino. La parte croata invece sta denunciando ritardi sempre più preoccupanti in relazione alle strade d'accesso, senza le quali il ponte non ha naturalmente nessun valore.

Una cosa è certa: Zagabria si è impegnata a realizzare tutto quanto il progetto entro il 2023, altrimenti dovrà restituire all'Unione europea i mezzi a fondo perduto ottenuti per l'approntamento della mastodontica struttura. Parliamo di ben 357 milioni di euro che Bruxelles ha voluto donare alla Croazia, ma a patto che strade e ponte diventino realtà in capo a cinque anni. La somma di cui sopra rappresenta l'85% dei costi complessivi, senza la quale Zagabria non avrebbe mai tentato di far sorgere il ponte destinato a scavalcare l'area di Neum, l'unico sbocco al mare della Bosnia-Erzegovina, corridoio che spacca in due la Dalmazia. I lavori di apprestamento delle due strade d'accesso al ponte però non sono nemmeno partiti, mentre invece lavoratori e macchinari cinesi sono all'opera a pèieno regime, rispettando il ruolino di marcia che prevede di portare a compimento il ponte nel luglio del 2021. Giorni fa il ministero croato del Mare, Trasporti e Infrastrutture e l'azienda pubblica Hrvatske ceste (Strade croate), investirore dei lavori, hanno incassato un duro colpo dall'edile Strabag, ricorsa in appello contro la decisione di assegnare l' appalto alla greca J&P Avax per la costruzione della strada Duboka–Sparagovici. Gli ellenici avevano proposto la cifra di 464,9 milioni di kune (62 milioni e mezzo di euro), mentre i lavori erano stimati nel concorso internazionale sui 482 milioni (64,8 milioni di euro). La Strabag ha voluto fare ricorso, con l'appello che è stato accettato e tutto il procedimento è tornato al punto di partenza. Una battuta d'arresto destinata ad allungare i tempi di realizzazione dell'opera viaria.

A detta degli esperti, se si cominciasse a lavorare già domani per le strade d'accesso, queste risulterebbero in funzione almeno sei mesi dopo l'inaugurazione del ponte. Il ministro dei Trasporti, il quarnerino Oleg Butković, ha ammesso di non sapere quando comincerà la costruzione delle strade. «Sono però sicuro che avremo il ponte di Sabbioncello e la sua infrastruttura stradale entro la fine del 2022. Noi dobbiamo rispettare, in base alla legge, le gare pubbliche che contemplano anche il ricorso in appello. Sono convinto che non andremo fino al 2023 perché non vogliamo rischiare di perdere il denaro concessoci da Bruxelles. Spero solo che i ricorsi di questo genere, data l'importanza del progetto dalmata, siano risolti in tempi possibilmente brevi». L'impresa Hrvatske ceste, benché un po' spiazzata dalla mossa della Strabag, ha reagito immediatamente, senza perdere tempo, ben sapendo che le lungaggini possono mettere a rischio il progetto spettante alla Croazia. Le strade d'accesso debbono essere approntate – non appena si comincia a lavorare – entro un massimo di 33 mesi. —



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