Ponte di Sabbioncello. «Con il ricorso a rischio gli investimenti cinesi»
ZARA L'incertezza legata all'assegnazione dell'appalto per la costruzione del megaponte di Sabbioncello (Pelješac), in Dalmazia, potrebbe avere ripercussioni negative sugli annunciati investimenti cinesi in Croazia, specie a Zara. In questi giorni si attende l'esito del ricorso avanzato dall'austriaca Strabag contro il colosso cinese China Road and Bridge Corporation (Crbc), che si è imposto nella gara internazionale per la realizzazione dell’infrastruttura, con un’offerta che l'investitore del progetto, l'azienda pubblica croata Hrvatske ceste, aveva giudicato la più conveniente. L'azienda austriaca, che aveva partecipato al concorso assieme alla cordata italo–turca Astaldi–Ic Ictas, è però ricorsa in appello, sostenendo che la Crbc è di proprietà dello Stato cinese che avrebbe riversato milioni nelle casse della sua compagnia, facilitando così la sua vittoria nella gara.
Ora spetta alla Commissione statale croata per le gare pubbliche decidere. È slittato così l'inizio dei lavori di realizzazione del ponte, previsto inizialmente in primavera, di alcuni mesi. Ma intanto a rivolgersi ai media croati è stato Siniša Malus, manager dell'associazione d'affari sino–europea (Cseba), che si occupa dei progetti d'investimento nei Paesi sudorientali del Vecchio Continente: «La vicenda della Strabag che ha impugnato la decisione di Hrvatske ceste di dare l’appalto al gruppo cinese per Sabbioncello potrebbe avere conseguenze molto negative per gli investimenti cinesi in Croazia. Mesi fa la cinese Luxury Real Estate aveva manifestato l'interesse per operare investimenti nell'azienda portuale di Zara, la Luka Zadar, per una cifra di 30 milioni di euro. Tutto ciò è adesso a rischio per quanto sta avvenendo attorno al futuro ponte dalmata».
Qualcuno in Croazia già parla di ricatto da parte dei cinesi.
Qualche mese fa la Luxury Real Estate dell'imprenditore Jiangxiong Hua aveva acquistato il 24% del pacchetto azionario di Luka Zadar, annunciando che entro fine marzo 2018 avrebbe portato a termine la ricapitalizzazione dell'impresa, divenendone il proprietario di maggioranza, ma l'operazione ha subìto una brusca frenata dopo l'appello della Strabag, che è stato criticato per i suoi contenuti anche dall'ambasciatore della Cina a Zagabria.
Riproduzione riservata © Il Piccolo