Ponte di Sabbioncello, arrivano i ricorsi

L’austriaca Strabag e il consorzio italo-turco contro l’aggiudicazione dell’appalto ai cinesi. Slitta l’apertura del cantiere

SPALATO. Alla Commissione statale croata per le gare pubbliche sono pervenuti i ricorsi dell'austriaca Strabag e del consorzio formato dall'italiana Astaldi e dalla turca Ct Ictas contro la decisione dell'impresa pubblica Hrvatske ceste, che ha affidato alla China Road and Bridge Corporation la costruzione del ponte di Sabbioncello, in Dalmazia. Gli appelli (per ciascun ricorso si devono versare 100mila kune, circa 13.500 euro) faranno slittare di alcuni mesi la realizzazione della megastruttura, la cui apertura era stata annunciata per il 2021. Forse diventerà realtà l’anno successivo.

Ponte di Sabbioncello, via libera da Bruxelles


Tre erano state le offerte vincolanti pervenute per la costruzione dell’opera: gli esperti delle Hrvatske ceste (Strade croate) le avevano esaminate per quattro mesi prima di decidere di affidare l’appalto alla società cinese. Ora, entro i termini di legge (10 giorni), la Strabag ha deciso di presentare ricorso, come ha rilevato il quotidiano zagabrese Jutarnji list: nell’appello si fa presente che la compagnia cinese è di proprietà statale, con Pechino fortemente interessata alle occasioni europee. Per questa ragione, alla Strabag ritengono che la China Road and Bridge Corporation abbia ricevuto aiuti milionari dallo Stato cinese per l'approntamento del gigantesco ponte dalmata, il che non è in armonia – annotano gli austriaci – con l'acquis giuridico dell'Unione europea.

Da fonti ufficiose, riprese dal giornale fiumano Novi list, si apprende che a impugnare la decisione delle Hrvatske ceste è stato anche il consorzio italo–turco, del quale però non si conosce la motivazione.

Sabbioncello, ponte di barche ultrà


La China Road and Bridge Corporation aveva proposto di costruire il ponte per una somma pari a 350 milioni di euro. Un importo di molto inferiore rispetto all'offerta italo–turca (429 milioni di euro) e a quella austriaca (441 milioni). Subito dopo l’aggiudicazione della gara, il ministro croato del Mare, trasporti e infrastrutture Oleg Butković aveva dichiarato che, in assenza di ricorsi, il contratto con i cinesi sarebbe stato firmato entro la fine di febbraio e i lavori sarebbero partiti in primavera. Non è andata così, e serviranno mesi per risolvere i due appelli: non è escluso quindi che il cantiere di Sabbioncello venga aperto entro la fine di quest’anno se non agli inizi del prossimo.

Il progetto del ponte ha ottenuto lo scorso anno il sostegno dell'Ue, che ha concesso un finanziamento a fondo perduto di 357 milioni per la costruzione dell’opera, delle strade d'accesso e della vicina tangenziale di Stagno: la cifra corrisponde in pratica all’85% del totale, così che lo Stato croato dovrà sborsare ancora cinquantina di milioni di euro. La struttura servirà a bypassare il corridoio di Neum - unico sbocco al mare della Bosnia ed Erzegovina - allacciando il sud della Dalmazia e il resto della Croazia.

 

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