Ponte di Sabbioncello A rischio i fondi europei

Una tempesta in un bicchier d’acqua oppure un deciso no di Bruxelles alle ambizioni croate legate alla costruzione del ponte di Sabbioncello (Peljesac), in Dalmazia. A Zagabria ci si interroga sulle notizie ufficiose provenienti dalla Commissione europea che avrebbe deciso di congelare la decisione sul finanziamento congiunto del progetto, tanto caro ai dalmati, molto meno agli altri abitanti della Croazia, ad ecologisti ed esperti, secondo i quali si tratterebbe di una mega struttura costosissima e tutto sommato anche inutile. Nei mesi scorsi era stato annunciato che il 18 agosto, domenica, sarebbero stati pubblicati i risultati dello studio di prefattibilità del ponte, documento questo sì finanziato da Bruxelles. I risultati saranno invece resi noti in settembre e forse anche più tardi, il che ha creato non poco turbamento nella capitale croata. A far tornare un moderato ottimismo è stato il ministro della Marineria, Trasporti e Infrastrutture, Siniša Hajdas Don›i„, che ha invitato alla calma, dicendosi certo che il “progetto Sabbioncello” (una specie di ponte di Messina in salsa croata) non subirà alcuna battuta d’arresto. «I consulenti francesi ai quali abbiamo affidato la formulazione dello studio – ha dichiarato il ministro – presenteranno il loro lavoro entro il prossimo 22 settembre, rispettando il termine di consegna. Vedremo le loro idee sul miglior collegamento possibile tra il Sud della Dalmazia e il resto della Croazia. Non sono preoccupato per quanto di ufficioso trapela dalla Commissione europea. Non abbiamo intenzione di tirarci indietro». Va ricordato che gli esperti dell’impresa pubblica Hrvatske ceste (Strade croate) hanno già provveduto a redigere un nuovo progetto per il ponte che permetterebbe di bypassare il territorio di Neum, l’unico sbocco al mare della Bosnia-Erzegovina e il cui attraversamento è reso più complicato dalla presenza di due valichi di confine. Il nuovo piano prevede si spenda un miliardo di kune, circa 133 milioni di euro, in meno rispetto al vecchio progetto. Infatti, secondo la nuova versione, il ponte sarebbe più stretto, a due corsie e forse anche più basso. «A fine settembre sapremo i risultati dello studio e degli spazi di manovra a disposizione – ha concluso Hajdas Don›i„ – quindi valuteremo assieme alla Commissione europea il miglior modello possibile. L’investimento dovrebbe ammontare a circa 2 miliardi di kune (circa 266 milioni di euro). Credo che l’anno prossimo potremo dare il via ai lavori di costruzione».
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