Polveri Ferriera, analisi epidemiologiche sulla popolazione
TRIESTE «Da parte nostra i controlli ci sono sempre stati e continueranno con verifiche periodiche». Ad assicurarlo è il commissario dell’Azienda sanitaria e ospedaliera di Trieste Nicola Delli Quadri in merito all’inquinamento prodotto dallo stabilimento siderurgico della Ferriera e allo studio della ricercatrice Antonietta Gatti. «Finora - garantisce il manager - noi abbiamo fatto quanto dovevamo assieme all’Arpa». L’azienda, conferma lo stesso Delli Quadri, ha in programma di avviare nel rione di Servola alcune analisi epidemiologiche coordinate dalla Regione, per verificare l’incidenza di eventuali patologie correlabili alle emissioni della fabbrica.
«Lo studio - anticipa il commissario - sarà ad ampio raggio». In altri termini, la ricerca non si dovrebbe limitare soltanto ai decessi per tumore, come avvenuto in passato. «L’Azienda sanitaria - puntualizza - fa il suo lavoro di monitoraggio da anni e con serietà. L’attività è strutturata e i controlli nei confronti dello stabilimento sono periodici». Nessun commento, invece, sulla lettera dell’Azienda sanitaria che lo scorso 20 luglio invitava il Comune di Trieste a prendere provvedimenti sulle emissioni in seguito all’esposto presentato da una residente in via del Ponticello a causa di rilevanti depositi di polveri rinvenuti nella propria abitazione.
L’ente sanitario, riportando le analisi dell’Arpa, aveva accusato «un importante problema di salute della popolazione». «Tanto si segnala - si legge nella relazione - per l’adozione di azioni mirate a ridurre l’inquinamento». «La lettera? Mi pare parli da sola», afferma Delli Quadri.
L’Arpa, dal canto suo, precisa invece che le stazioni della rete di monitoraggio della qualità dell’aria e ambiente presenti a Servola (via Pitacco, via Svevo, via Monte San Pantaleone) nelle ultime settimane «non hanno rilevato superamenti relativi ai limiti di legge previsti per le polveri sottili». Mentre la stazione Rfi di via San Lorenzo in Selva (dove si sono verificati gli sforamenti) «non fa parte della rete regionale di monitoraggio»; tuttavia i dati raccolti da quella centralina «vengono utilizzati assieme a quelli delle altre stazioni per valutare il livello di inquinamento e per valutare le prestazioni e il livello di gestione dell’impianto».
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