Polveri alla Ferriera di Servola, Roma si chiama fuori

Il governo: «Solo la Regione può emettere provvedimenti di diffida o revoca». Il sottosegretario del ministero dell’Ambiente Silvia Velo si impegna a vigilare sulle operazioni di bonifica. Ma la Provincia chiede di ridurre la produzione
Lo stabilimento della Ferriera di Servola
Lo stabilimento della Ferriera di Servola

TRIESTE Il governo si lava le mani delle polveri di Servola. Più precisamente si chiama fuori da qualsiasi ruolo riguardo a diffide, sospensioni e revoche di autorizzazione a Siderurgica Triestina inerenti la Ferriera. Lo fa attraverso la risposta che il sottosegretario Silvia Velo, anche a nome del ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, dà in Commissione all’interrogazione presentata da Serena Pellegrino, deputata di Sinistra Ecologia e Libertà.

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L'area della Ferriera di Servola

Dopo aver ricordato che la Ferriera sta attualmente operando con un’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) in regime di proroga, Velo rileva testualmente che «nel procedimento relativo al rinnovo, richiesto dalla Siderurgica Triestina, attuale proprietario, l’Autorità competente al rilascio, ossia la Regione, terrà debitamente conto dei monitoraggi eseguiti dall’Arpa e degli effetti prodotti da eventuali agenti. Ne consegue che solo la Regione può emettere provvedimenti di diffide, sospensioni e revoche dell’autorizzazione».

La rappresentante del ministero ricorda poi l’Accordo di programma del 25 maggio 2012 in tema di bonifiche con un finanziamento di 13,5 milioni da parte dello stesso Dicastero dell’Ambiente e quindi i due accordi relativi a Servola, il primo del 30 gennaio 2014 e il secondo del 21 novembre 2014, più specificatamente centrato sull’«attuazione del progetto integrato di messa in sicurezza, riconversione industriale e sviluppo economico produttivo nell’area della Ferriera di Servola». «Il Ministero dell’Ambiente - ha concluso Silvia Velo - vigilerà con grande attenzione fino al termine delle operazioni».

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Nella foto, un residente indica l’impianto e i piedi “neri” di un bimbo di via Pitacco (foto Lasorte)

«Il dicastero dell’Ambiente - ha tirato le somme Serena Pellegrino - non ha dunque titolo per intervenire su questo versante della questione che a Trieste sta assumendo la preoccupante gravità della crisi sociale. Ho illustrato la situazione in atto a Trieste – ha riportato ancora la parlamentare di Sel – incluso quanto sta accadendo nelle ultime ore, che vedono la durissima reazione dei cittadini esasperati. È compito inderogabile della politica e di tutti coloro che hanno un ruolo amministrativo produrre azioni concrete a prioritaria tutela della salute delle persone e della qualità dell’ambiente».

«Non possiamo rimandare più e nemmeno vogliamo, come già è accaduto, lasciando la soluzione in capo alla magistratura. Sono stati troppi gli anni in cui non è stato fatto quanto necessario per bonificare l’impianto siderurgico: una responsabilità enorme. È necessario bonificare e riconvertire ora, mentre la Ferriera è ancora attiva - conclude Pellegrino - altrimenti si corre il rischio concreto di ritrovarci un gigantesco cadavere industriale al centro della città. Non è una diatriba tra ambiente, salute e lavoro, ma è in gioco il futuro tout court di una intera realtà metropolitana».

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La Ferriera di Servola

E nel frattempo è già partita una nuova azione parlamentare. Un'interrogazione ai ministri delle Politiche agricole, della Salute e dell'Ambiente è stata presentata dai senatori Laura Bignami (Movimento X) e Lorenzo Battista (Aut) per avere rassicurazioni circa l'assenza di rischi per la salute derivanti dal consumo dei prodotti ortofrutticoli coltivati nei terreni limitrofi alla Ferriera di Servola.

Anche il Consiglio provinciale ieri sera ha approvato una mozione piuttosto dura, primo firmatario Marcello Bergamini di Sel, ma sottoscritta da tutto il centrosinistra (alla fine 14 voti favorevoli, 2 contrari e Pdl uscito dall’aula) in cui si impegna la presidente «a evidenziare alla Regione la necessità che, qualora gli interventi proposti e intrapresi risultino alla fine inefficaci, si addivenga alla chisura dell’area a caldo» e «di prendere atto della petizione dei cittadini residenti a Servola presentata al Consiglio comunale di Trieste».

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Bocciate invece con i voti contrari della maggioranza, la mozione con primo firmatario Claudio Grizon (Pdl) che chiedeva di ordinare a Siderurgica Triestina di procedere alla riduzione graduale fino alla fermata degli impianti nelle more del rilascio dell’Aia e un ordine del giorno del consigliere Fabio Longo che chiedeva la chiusura della Ferriera di Servola ritenuta «una presenza non più consentita».

A margine la presidente Maria Teresa Bassa Poropat ha dichiarato che «i recenti dati emersi in sede di puntuali verifiche curate dall'Arpa e salvo quanto ulteriormente vorrà valutare l'Azienda sanitaria, considerati anche i tempi previsti per la realizzazione degli interventi effettivi di risanamento, non possono ipotizzare la continuazione del livello produttivo così come oggi attuato. Fino a quando gli interventi previsti non saranno effettivamente realizzati è indispensabile limitare l'attività per ridurre le emissioni, sia convogliate che diffuse, a livelli atti a tutelare l'ambiente e la salute dei lavoratori e dei cittadini».

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