Poltrone e seggiole, il valzer delle nomine
Dal Porto all’Ater: ecco attori e comprimari della partita politica del 2010
Il Consiglio regionale del Fvg
TRIESTE.
Sono entrambi imprenditori col pallino delle
res pubblicae.
Ed entrambi, nel 2011, saranno chiamati a rimettersi in gioco, essendo in scadenza di mandato. Uno (Roberto Dipiazza) come sindaco. L’altro (Antonio Paoletti) come presidente della Camera di commercio. Capita così che, entrambi, mirino più o meno apertamente alla medesima poltrona. La guida del porto per il quadriennio 2011-2014, che va a rinnovo a dicembre, in concomitanza con la scadenza del mandato di Claudio Boniciolli. È questa, d’altronde, la madre di tutte le nomine in agenda quest’anno.
IL DUELLO.
Per la presidenza dell’Autorità portuale che oggi è dell’ex candidato diessino delle primarie 2006 - e che domani sarà spoilsystemizzata da un centrodestra che al momento ha in pugno tutto tranne la Provincia - si starebbe profilando, infatti, un duello Dipiazza-Paoletti. Tra un sindaco uscente che è espressione del Pdl - e per questo resta favorito - e un massimo dirigente camerale senza santini di partito in tasca.
LA VARIABILE.
Il fatto però che Paoletti si sia proposto in questi ultimi due anni quale paladino dell’italianità del ”fare sistema” portuale - contro le tentazioni di Boniciolli dell’abbraccio di Capodistria- fa di lui un altro uomo spendibile dalla maggioranza. Che così potrebbe muovere proprio la pedina Dipiazza verso altre caselle: dalla presidenza di AcegasAps senza fretta al posto di Massimo Paniccia fino a un’eventuale candidatura-ter come primo cittadino in vista del 2011, visto che in Regione non danno per tramontata ancora la possibilità che cambi la legge elettorale sul terzo mandato.
LA LINEA PAOLETTI.
Proprio l’atteggiamento criticissimo tenuto dal caso Fernetti in poi dal capo dell’ente camerale verso il capo dell’Authority costituirebbe, secondo alcuni, il sintomo che Paoletti si sta giocando per davvero le sue carte. «Ma io i giochi li lascio ad altri, so che c’è del movimento ma non ho ancora focalizzato. A me, ripeto, per ora importa portare avanti e possibilmente in porto i progetti che ho iniziato», è la precisazione del numero uno di piazza della Borsa, con il solito riferimento non puramente casuale al Parco del mare.
LA LINEA DIPIAZZA.
Tronca la conversazione, invece, quando gli si evoca un potenziale duello con Paoletti, il sindaco. Il suo, in fondo, è un approccio totalmente differente. Dipiazza, in effetti, ha esaltato a più riprese le sfide promosse in sintonia con Boniciolli in questi quattro anni, dal piano regolatore portuale armonizzato tra Comune e Authority alla svolta delle concessioni in Porto vecchio, al punto da consegnarli a sorpresa il sigillo trecentesco della città. Un ideale passaggio di testimone per quelle sfide promosse assieme, e che Dipiazza si dice aneli a proseguire nel ruolo dell’altro? Potrebbe essere, ma la cosa richiederebbe un’alchimia politica di non poco conto, ovvero una proroga di qualche mese a Boniciolli per consentire proprio a Dipiazza di arrivare a fine mandato come sindaco (primavera 2011) senza il trauma da dimissioni anticipate.
LE ALTERNATIVE.
La prospettiva di una volata a due tutta triestina ora risuona come ipotesi credibile tra i rumors di palazzo, anche se nessuno si permette di escludere altre soluzioni tra quelle già venute a galla, sempre a livello di indiscrezioni: dall’ammiraglio Raimondo Pollastrini, comandante generale delle Capitanerie di porto, al ritorno di Marina Monassi, fino a Massimo Schintu, il segretario generale dell’Aiscat, l’Associazione italiana società concessionarie autostrade e trafori presieduta dal vicepresidente di Unicredit Fabrizio Palenzona.
LA VOCE DI UNICREDIT.
Voce in capitolo, in effetti, potrebbe reclamarla e ottenerla pure il colosso bancario che ha varato l’operazione superporto da un miliardo di euro, cui potrebbe essere risparmiata la strada del commissario straordinario qualora avesse successo l’intesa Stato-Regione di cui torneranno a parlare domani a Roma i delegati del ministero delle Infrastrutture e quelli della Regione stessa. E qui l’intesa passa anche per la rivisitazione della legge 84, la stessa che regola i criteri di nomina del presidente dell’Autorità portuale (unica in futuro per il polo Trieste-Monfalcone?) oggi subordinati alla terna degli enti locali poi sciolta dal binomio Regione-Governo. Ma la revisione della legge 84 potrebbe portare in dote pure novità sui requisiti curricolari che devono avere i candidati. Fosse solo una precedente esperienza in Comitato portuale, ce l’avrebbero sia Dipiazza che Paoletti. Si aggiungesse una laurea applicata alla materia, ad esempio in Giurisprudenza come quella dell’attuale vicepresidente di Unicredit Logistics Maurizio Maresca, entrambi sarebbero tagliati fuori.
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