Polpette di tacchino con la salmonella Scatta il giro di vite

Il ministero ha ordinato il ritiro del prodotto a Fiume dopo l’esito delle analisi e annunciato controlli più severi
Di Andrea Marsanich
Man buying fresh meat
Man buying fresh meat

FIUME. Polpette di carne di tacchino insaporita da rosmarino, prodotta dalla italiana Aia. Le confezioni sono state ritirate nei giorni scorsi dagli scaffali del supermercato della Plodine a Kukuljanovo (un paio di chilometri a nord-est di Fiume), con il sospetto che il polpettone fosse infetto da salmonella.

E i timori si sono rivelati fondati: lo ha comunicato il ministero croato dell'Agricoltura, ordinando a tutti i punti vendita in Croazia di eliminare questo prodotto, e informandone il Sistema nazionale per il rapido allertamento in campo alimentare (Hr - Rasff).

Lo stesso dicastero ha reso noto che i controlli sul polpettone sono avvenuti lo scorso 15 novembre, nell’ambito della crescente attività degli ispettori veterinari sguinzagliati dopo che si erano avuti casi diversi riguardanti la presenza di carni che si sospettava essere contaminate in Croazia.

Un team di ispettori si è messo in moto a Kukuljanovo, esaminando anche il polpettone il cui termine di scadenza per il consumo era fissato per oggi, 22 novembre. L'Ispettorato nazionale veterinario, effettuate le analisi preliminari, ha espresso il sospetto che la carne di tacchino potesse contenere il batterio della salmonella. E il dicastero competente ha ordinato appunto il ritiro del prodotto da tutte le rivendite in territorio croato.

La conferma ufficiale e definitiva della presenza del batterio si è avuta dopo le analisi microbiologiche dell'Istituto fiumano di Veterinaria. Finora in Croazia non è giunto alcun commento da parte dell'azienda italiana.

Il caso della catena commerciale Plodine segue un’altra vicenda che si era verificata di recente a Fiume. Il ministero dell’Agricoltura aveva segnalato infatti la presenza di salmonella in una confezione di cevapcici di vitello in vendita nel negozio dell'impresa Konzum nel rione di Scurigne, a Fiume. L’intera partita di cevapcici è stata messa fuori commercio e distrutta. La Konzum, che risulta essere la maggiore catena commerciale in Croazia, ha invitato la clientela a restituire il prodotto a prescindere dalla data di scadenza.

A finire nel vortice salmonella è stata anche la catena Kaufland (presente anche a Fiume e in Istria), dove sono state ritirate alcune confezioni di cosce di pollo. In questo caso la vicenda è esplosa la scorsa settimana, per la presenza di carni polacche di pollame e anatra infette da salmonella e importate dalla ditta croata Pivac per conto del gigante Lidl. Questi aveva per tempo segnalato la vicenda al ministero, che però non aveva immediatamente informato l'opinione pubblica, venuta a saperne dagli organi d’informazione. Risultato: il ministro dell'Agricoltura Tomislav Tolusi„ ha sollevato dall'incarico il suo vice, Tomislav Kis, per non averlo avvisato rapidamente sull’accaduto.

Mentre si è ancora in attesa di conoscere gli esiti dell'esame autoptico sul bambino di cinque anni morto a Bregana (Croazia) dopo avere consumato delle uova importate dalla Polonia, il ministro Tolusi„ - contattato dai giornalisti - ha dichiarato che i consumatori croati devono chiedersi il motivo per il quale taluni prodotti d'oltreconfine costino la metà rispetto a quelli croati. E ha promesso un forte inasprimento dei controlli per garantire la tutela degli acquirenti croati.

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