Polo veneto, l’offerta Hera salva Padova, gli asset triestini restano cedibili
La gestione dei rifiuti della città del Santo sarebbe stata stralciata dal piano che prevede la vendita di attività di Acegas
Tomaso Tommasi di Vignano
PADOVA Il futuro, certo, è ancora tutto da scrivere. Ma al netto delle valutazioni di Agsm Verona e Aim Vicenza sull’offerta non vincolante presentata da Hera per scalzare A2A nella partita della multiutility del Veneto, una cosa pare ora definita. A Padova la raccolta e gestione dei rifiuti dovrebbe in ogni caso restare ad AcegasApsAmga. E questo alla luce della contrarietà che il sindaco Sergio Giordani avrebbe espresso a Hera durante il confronto servito ai bolognesi per illustrare (e aggiustare) la proposta poi depositata a Verona.
Le MODIFICHE
La gestione dei rifiuti a Padova, quindi, sarebbe stata stralciata dal piano iniziale di Hera. Non quella a Trieste, invece, che rientrerebbe ancora tra le attività pronte a essere conferite da AcegasApsAmga per rilevare una partecipazione (il 33% secondo alcune indiscrezioni) nel polo veneto al quale Verona e Vicenza vorrebbero dare vita. E forse non è caso che la “retromarcia” abbia riguardato solo la città del Santo. Il sindaco giuliano Roberto Dipiazza, infatti, sull’iniziativa di Hera aveva ricordato come nell’ambito di un mercato sempre più competitivo «la miglior difesa sia l’attacco» e come ancora ci fossero «pochi elementi per una valutazione complessiva». Più avanti si era spinto il primo cittadino di Udine, Pietro Fontanini. «La proposta di Hera non ci preoccupa perché significherebbe allargare il mercato a Verona e Vicenza conquistando prospettive di crescita per la società» era stata la chiosa all’indomani delle prime indiscrezioni sull’offerta di Hera.
LE TENSIONI
L’iniziativa dei bolognesi aveva invece messo in allarme Padova in ragione della possibile perdita di peso nelle decisioni inerenti, soprattutto, la gestione dei rifiuti. L’offerta avanzata dai bolognesi, infatti, a grandi linee prevederebbe il conferimento alla nuova società veneta di parte delle attività oggi gestite da AcegasApsAmga (e sue controllate) nei territori di Trieste, Padova, Udine e Gorizia. Oltre alla raccolta rifiuti (a questo punto solo per quanto riguarda Trieste) si era parlato del conferimento alla nuova realtà della distribuzione di energia elettrica-gas e dei termovalorizzatori (Padova e Trieste), anche se quest’ultimo aspetto merita un distinguo. I due impianti nordestini, infatti, fanno da tempo parte di una società (Hestambiente) controllata al 70% da Hera e al 30% da AcegasApsAmga.
Tutto questo in cambio di una partecipazione nel nuovo polo e l’indicazione nel Cda di quest’ultimo di due consiglieri sui nove totali e la scelta dell’amministratore delegato. I restanti sei consiglieri sarebbero, ancora secondo le indiscrezioni circolate, divisi tra Verona e Vicenza e fra questi il presidente (in quota scaligera) e il vicepresidente (Vicenza).
L’ALLARME A PADOVA
In questo scenario c’è chi a Padova inizia ad agitare la bandiera della soluzione Forlì. Dove si è deciso di staccare da Hera la gestione rifiuti riportando “in casa” il servizio con l’affidamento a una società in house.
«Abbiamo sempre sostenuto l’opportunità di riportare questi servizi sotto il controllo diretto mediante affidamento in house a un soggetto a capitale esclusivamente pubblico e locale, magari seguendo l’esperienza di Forlì» è la presa di posizione di Coalizione Civica che insieme a Orizzonti vale metà maggioranza a Padova.
«Va avviata una discussione sul futuro del servizio in città, partendo dalla soluzione in house, senza ascoltare lezioni da chi ha deciso di svendere i nostri servizi a Hera». —
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