Pollai blindati contro il virus dell’aviaria
SAN CANZIAN D’ISONZO. Dopo il caso dell’anatide morto a causa del virus dell’aviaria, nel territorio di San Canzian d’Isonzo più vicino alle zone umide della foce dell’Isonzo sono scattate le misure urgenti per evitare il contagio di polli e altri volatili da cortili.
Il sindaco Silvia Caruso ha emesso un’ordinanza venerdì, subito dopo aver ricevuto la nota e le indicazioni della Struttura complessa di Sanità pubblica veterinaria dell'Azienda per l’assistenza sanitaria Bassa Friulana-Isontina. «La malattia non è trasmissibile all’uomo - dice il sindaco -, ma anche se non abbiamo allevamenti di pollame nel nostro territorio tantissime famiglie hanno animali da cortile e la diffusione del virus va prevenuta. L’ordinanza serve ad allertare la popolazione». Il caso, comunque, è ben diverso da quello del West Nile virus, trasportato in zona dall’avifauna migratrice, diffuso poi dalle zanzare e che registrò un contagio umano proprio nel territorio di San Canzian. «Quella situazione fece adottare un specifico protocollo di monitoraggio e azioni per contenimento delle zanzare - spiega il sindaco Caruso - che non abbiamo mai abbandonato in questi anni».
Anche l’ordinanza contiene però una serie di azioni di biosicurezza da effettuare da parte dei cittadini per evitare che gli animali siano contagiati. Nel «rispetto del benessere animale», il pollame domestico e tutti gli altri volatili in cattività devono innanzitutto «essere trasferiti e trattenuti, per quanto possibile, all’interno di un edificio dell’azienda, senza possibilità di accedere all'aperto». In subordine, se ciò è irrealizzabile o il benessere degli animali ne potesse risultare compromesso, essi devono essere confinati in un luogo che comunque non consenta contatti con altro pollame o altri volatili in cattività di altre aziende. Deve essere adottata poi «ogni misura ragionevole per ridurre al minimo i contatti con i volatili selvatici». Pollame e volatili devono inoltre essere alimentati e abbeverati al chiuso, o sotto una copertura che scoraggi in modo sufficiente la sosta di volatili selvatici ed eviti il contatto di volatili selvatici con il mangime e l'acqua destinati al pollame domestico. Il pollame domestico e tutti gli altri volatili in cattività non devono essere abbeverati con acqua proveniente da serbatoi di superficie cui abbiano accesso i volatili selvatici, a meno che l'acqua non sia stata trattata in modo da garantire l'inattivazione di eventuali virus.
L’ordinanza dispone poi che i serbatoi di acqua all’aperto necessari per motivi di benessere degli animali, nel caso di alcuni tipi di pollame, debbano essere protetti dall’accesso di uccelli acquatici selvatici. E inoltre che «gli allevamenti all’aperto sprovvisti dei requisiti indicati non dovranno dotarsene, sempre che provvedano, senza ritardo, ad abbattere il pollame domestico e tutti gli altri volatili presenti in cattività». Il Comune assicurerà l’applicazione delle misure.
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