Pola sarà capoluogo nella “nuova” Istria

L’ultimo progetto di riforma degli enti locali non accorpa la regione della capra al Quarnero. Drastico taglio alle città

POLA. Sulla rivista “Meridijani” è stata pubblicata l'ultima proposta di suddivisione amministrativo-territoriale della Croazia, sempre dettata dalla necessità di ridurre i costi della politica. Dunque un drastico taglio delle regioni che ora sono 21, delle città e dei comuni (556). E per la prima volta i cartografi non toccano l'Istria che dunque mantiene lo status di regione entro gli attuali confini. Nelle precedenti proposte la penisola invece veniva accorpata all' ipotetica regione Alto adriatica comprendente inoltre il Quarnero, Fiume e il suo entroterra il che aveva scatenato un'aspra reazione della Dieta democratica istriana.

Gli autori del nuovo assetto sono il docente universitario Dragutin Feletar (membro dell'Accademia delle scienze e delle arti) e Petar Feletar docente alla Facoltà di Scienze dei collegamenti stradali. La nostra proposta, dicono, poggia su criteri e parametri scientifici e non politici, come avveniva prima. Come i due vedono la Croazia del futuro? Sono previste otto regioni: Istria, Croazia centrale, Croazia orientale, Croazia occidentale, Adriatico centrale, Croazia meridionale, Croazia nord occidentale e Zagabria. L' Istria denominata anche regione polese-pisinese ha 208.000 abitanti, il 4,9% della popolazione croata complessiva. Il capoluogo viene trasferito a Pola mentre Pisino sarà una specie di vice capitale. Viene proposto un vistoso chiamiamolo snellimento delle autonomie locali ossia non più 10 città e 30 comuni, ma molti di meno. Per la precisione sei città e 5 comuni. Le città di Pola, Pisino e Umago rimangono cosi come sono, alla città di Pinguente vengono accorpati i comuni di Lanischie, Lupogliano, Portole e Montona; alla città di Buie vengono accorpati i comuni di Verteneglio, Visinada e Grisignana; alla città di Albona vengono accorpati i comuni di Pedena, Chersano e Santa Domenica; alla città di Parenzo il comune di Visignano; alla città di Rovigno i comuni di Canfanaro e Valle; alla città di Dignano i comuni di Sanvincenti, Marzana e Fasana e alla città di Cittanova i comuni di Torre-Abrega e Castellier-Santa Domenica.

Poi si procede alla fusione tra i comuni rimanenti: Medolino con Lisignano, Arsia con Barbana, Orsera con Fontane e San Lorenzo del Pasenatico. La proposta sarà ora dettagliatamente valutata dai politici e sicuramente sarà uno dei temi della campagna elettorale del prossimo voto politico che potrebbe venir indetto a novembre. Si può essere certi che incontrerà la piena approvazione della Dieta democratica istriana che ha subordinato la sua alleanza con gli altri schieramenti proprio al mantenimento del suo attuale status. E anche per la Comunità italiana che ci vive significa che continuerà ad abitare in una regione bilingue in cui l'italiano almeno sulla carta, è parificato al croato.

(p.r.)

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