Pola ricorda la tragedia della “Viribus Unitis”

Cerimonia in occasione del 96° anniversario dell’affondamento della corazzata: morirono più di 300 marinai
La Viribus Unitis
La Viribus Unitis

Alla Casa delle forze armate ex Marine casinò di Pola, risalente all'epoca austroungarica è stato ricordato il 96esimo anniversario dell'affondamento della corazzata Viribus Unitis, orgoglio della Kuk Kriegsmarine avvenuto all'interno del bacino portuale. Vi persero la vita circa 300 marinai. Per l'occasione è stata organizzata una tavola rotonda sul ruolo dei militari croati nella marina da guerra austroungarica, alla quale è intervenuto il generale Drago Lovri„, emissario del capo dello stato Ivo Josipovi„ e comandante del Quartier generale dell'esercito croato.

Nel tardo pomeriggio del 31 ottobre 1918, è stato detto, le navi dell’Austriaungheria che si stava sfaldando vennero formalmente cedute ai quattro delegati di Pola del Consiglio Nazionale degli Sloveni, dei Croati e dei Serbi. La bandiera imperiale venne ammainata e sostituita dal tricolore rosso-bianco-blu. Lo stesso pomeriggio il capitano di vascello Janko Vukovi„ de Podkapelski originario della Lika, prese in mano il comando dell’unità. La Viribus Unitis diventò la nave ammiraglia della nuova marina della entità degli Slavi del sud. La vicenda comunque è nota. La base austriaca di Pola era uno dei principali obiettivi della Marina italiana che aveva più volte tentato senza riuscirsi di affondare qualche unità nemica là dove le unità erano ritenute dagli austriaci maggiormente al sicuro.

L'unico modo per penetrare nel porto di Pola era usare piccole unità d'assalto, e fu così che nel luglio del 1918 l'ingegnere e maggiore del Genio Navale Raffaele Rossetti elaborò un piano apposito, basato sull'utilizzo di un particolare mezzo da lui progettato e chiamato "mignatta". La mignatta era un apparecchio pilotato motorizzato e dotato di due ordigni sganciabili da fissare alla chiglia di una nave per mezzo di un elettromagnete ad accumulatori. Fu lo stesso Rossetti a voler essere impiegato nell'azione di Pola, e venne affiancato dal tenente medico e provetto nuotatore Raffaele Paolucci. L'impresa venne fissata al 31 ottobre. Proprio il giorno della cessione della corazzata, di cui l’Italia non era ancora al corrente.

I due guastatori piazzarono le cariche esplosive ma vennero catturati mentre tentavano di riemergere. Fatti salire a bordo, rimasero stupiti dalla presenza di marinai non più nemici che li invitavano ad unirsi alla festa per la fine della guerra. I due sub italiani sorpresi, invitarono tutti a mettersi in salvo perché la nave sarebbe esplosa. La ciurma allegra non gli aveva creduto e quando mancava poco all’esplosione i due guastatori si buttarono in mare salvandosi. Qualcuno li seguì, obbedendo al “si salvi chi può” del comandante Podkapelski’’ che al suo primo giorno di servizio scelse di restare e di morire a bordo.

 

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