Poggiana sui consultori di Trieste: «Il servizio era frammentato, ora più profili e orari ampliati»
Il direttore di Asugi: «Il turn over è stato garantito e nelle sedi sono disponibili équipe multidisciplinari»
«Migliorare si può sempre». A distanza di un anno segnato da altre manifestazioni femminili e note sindacali, Antonio Poggiana torna a difendere la riorganizzazione e chiusura dei consultori familiari di via Sai e via San Marco. «Il servizio si poteva, e si doveva migliorare», afferma il direttore generale di Asugi scorrendo dati e relazioni nel suo studio di Villa Renner, a pochi metri dall’ex consultorio familiare di San Giovanni.
Direttore, perché chiudere due consultori molto apprezzati dalle loro utenti?
«Noi non abbiamo chiuso i consultori, ma riorganizzato un servizio frammentato».
Il servizio era già molto apprezzato. Era davvero necessario riorganizzarlo?
«Non interveniamo solo laddove rileviamo deficienze, ma su tutti i servizi che si possono migliorare. Tra questi c’erano anche i cosiddetti “consultori”».
Perché cambiarne il nome?
«Nessuno vuole cancellarli. I presidi afferiscono alla Struttura complessa “Salute della Donna e dell’Età evolutiva e della Famiglia”, ma fisicamente sono ancora consultori. Il nome c’è sulle nuove targhe».
Riorganizzare, non chiudere, ma le strutture effettivamente sono due: sono sufficienti a coprire la richiesta dell’utenza?
«Precisiamo che i consultori sono cinque, non due: due “hub” a Roiano e Valmaura, e tre “spoke” a Muggia, Duino e San Dorligo. Più una sede in via Sai, per i minori vittime di maltrattamento e abusi».
Ma con due soli presidi fisici non si va contro la normativa che prevede un consultorio ogni 20 mila abitanti?
«Abbiamo fatto verifiche sul territorio nazionale. Laddove ci si avvicina a questo standard, non si parla più di consultori ma di punti di accesso aperti una o due ore al giorno, con un operatore che prende appuntamenti. A Trieste non serve un consultorio ogni 20 mila abitanti, ma presidi aperti dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 18, alle 20 su appuntamento».
Con l’apertura di due presidi per 12 ore al giorno, per un totale di 24 ore quotidiane, riuscite a garantire l’accesso all’utenza che prima aveva a disposizione 32 ore su quattro sedi?
«In ogni presidio è garantita la presenza di équipe multidisciplinari. Le ore complessivamente erogate non sono ridotte, perché all’interno di ogni sede ci sono più operatori».
Il personale attualmente in organico è sufficiente per coprire questi orari?
«Nel 2024 non c’è stata alcuna riduzione del personale. L’organico è stato ridistribuito nelle sedi di Roiano e Valmaura».
Ci sono state assunzioni?
«Il turn over è stato garantito: tre dirigenti psicologi, un assistente sociale e una ginecologa. Abbiamo rinnovato il determinato a un’ostetrica e a un educatore professionista, assunto un terapista della neuropsicomotricità infantile e un infermiere per l’ accoglienza».
I sindacati segnalano una carenza d’organico.
«Non abbiamo ricevuto segnalazioni di criticità».
Le due ginecologhe in pensione saranno sostituite?
«Una ginecologa è andata in pensione nel 2023, prima della riorganizzazione. L’altra è uscita quest’anno e abbiamo fatto un tempo pieno a una ginecologa del Burlo che prima prestava solo poche ore».
Prevedete nuovi bandi?
«A seconda delle necessità».
Il servizio domiciliare è stato potenziato, come annunciato? Con quali misure?
«Le domiciliari si sono mantenute sul livello degli anni precedenti. Il fabbisogno è questo. Qualora fosse necessario un incremento, valuteremo».
La scelta del presidio è libera, o dipende dalle disponibilità del personale?
«Non c’è nessun vincolo. L’organizzazione è uguale e omogenea in tutti i consultori».
Cgil Fials segnala la riduzione di visite ginecologiche.
«Le prestazioni Lea sono erogate sempre, con prenotazione su accesso diretto, e gratuito».
Quindi le visite specialistiche sono sempre garantite?
«Sì, senza liste d’attesa».
In che condizioni versano le strutture? Sono state dotate di videocitofono e campanello al piano, come da tempo richiesto dal personale?
«Siamo a buon punto su tutto».
Un anno fa avevate annunciato open day per le cittadine: li prevedete?
«I cittadini hanno già trovato risposta nelle nuove sedi. La comunicazione è stata efficace. Anche grazie alle proteste».
Il Csm di via Gambini? È ancora aperto sulle 12 ore.
«I lavori nella struttura si concluderanno prima dell’estate. Poi riapriremo sulle 24 ore».
Prevedete di riorganizzare altri servizi territoriali?
«Stiamo valutando la ricollocazione di altre due strutture legate al neurosviluppo e della disabilità. Ma non ridurremo né spazi, né servizi».—
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