Podgorica erige il primo monumento dedicato a Tito nell’ex Jugoslavia
PODGORICA Ci sono capitali che guardano al futuro, cambiando volto in modo controverso: come la Skopje del finto ellenismo e delle statue equestri; o la Belgrado “araba” che osserva l’innalzarsi dei grattacieli di “Belgrado sull’acqua”. Ma ce n’è una, nell’ex Jugoslavia, che ha deciso di guardare al passato, con molto orgoglio. E malgrado accese polemiche. È Podgorica - Titograd dal 1946 al 1992 -, la capitale del piccolo Montenegro che avrà presto un nuovo monumento dedicato a Josip Broz Tito, il leader jugoslavo che morì nel 1980 aprendo le danze del sanguinoso collasso della sua creazione, la Federazione socialista.
Così ha deciso il parlamentino di Podgorica, su iniziativa del giovane sindaco della capitale, Ivan Vuković, nato nel 1984 – quando Tito era morto da ormai quattro anni – esponente del Partito Democratico dei Socialisti, al potere da decenni, guidato dall’inossidabile Milo Djukanović. Elevare un monumento a Tito equivale a onorare «in modo permanente» una personalità «prominente, rivoluzionaria, un combattente contro il fascismo. E uno dei più grandi leader mondiali del 20.o secolo, che ha dato un contributo alla lotta per la pace, la comprensione e la cooperazione tra le nazioni», ha spiegato Vuković nelle motivazioni che hanno portato al voto favorevole di 34 consiglieri, quattro i contrari. Motivazioni basate anche sul fatto che «le fondamenta dei valori del Montenegro» moderno sarebbero state gettate proprio da Tito e sarebbero oggi a rischio, «in tutta Europa». La statua sarà la dimostrazione al mondo che «il nostro Stato continua a essere fedele alla tradizione antifascista», ha detto il sindaco.
Un’iniziativa, quella di Podgorica, assai significativa anche dal punto di vista simbolico, perché è il «primo monumento a Tito nella regione su iniziativa istituzionale dal collasso della Jugoslavia», hanno spiegato i media montenegrini. Podgorica, nel suo piccolo, resta una ex Jugoslavia in miniatura: tanti i “Tito-nostalgici” ma anche molti quelli che non rimpiangono l’ancien régime. Il monumento non piacerà di certo alla Chiesa, che in un affresco nella cattedrale di Podgorica ha messo Tito – e Marx – all’inferno. È una mossa che elogia la politica «antiserba, antirussa e totalitaria» di Broz, ha segnalato il deputato Budimir Aleksić.
A dirsi contrario è stato in particolare il Fronte democratico, all’opposizione, schieramento filoserbo e filorusso che ha scelto l’Aventino spiegando di non poter votare a favore pensando a Goli Otok. E anche perché Tito avrebbe personalmente «ordinato il bombardamento di Podgorica» da parte dell’aviazione inglese nel 1944: critiche circolate anche sui social media, spaccati come l’opinione pubblica. Ma i sondaggi indicano che la decisione di Podgorica dovrebbe ottenere il favore popolare. Assieme a Bosnia e Serbia, infatti, proprio il Montenegro rimane fra i Paesi più “jugonostalgici” nei Balcani. —
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