Pochi scontrini: la Finanza mette i sigilli a “Pino shop”

Il negozio di corso Cavour chiuso fino al 30 settembre dopo gli accertamenti delle violazioni fiscali era già finito nel mirino dell’Agenzia delle entrate
Lasorte Trieste 07/09/11 - Via Roma 17 angolo Via Valdirivo, Negozio Chiuso
Lasorte Trieste 07/09/11 - Via Roma 17 angolo Via Valdirivo, Negozio Chiuso

di Corrado Barbacini

Troppi gli scontrini fiscali “dimenticati” al bazar Pino Shop di corso Cavour, l’ultimo negozio in città dedicato quasi eclusivamente alla clientela d’oltreconfine come lo erano fino a pochi anni fa quelli di Borgo Teresiano prima dell’arrivo dei cinesi. Da ieri a mezzanotte è scattata la chiusura. Sigilli all’ingresso e porte sbarrate allo spaccio. Così fino a 30 settembre. A disporre il provvedimento è stato il direttore regionale dell’Agenzia delle entrate. Il “black out” è stato notificato nei giorni scorsi al titolare Pier Paolo Zamarin da un sottufficiale della prima compagnia della Finanza.

Si tratta della sanzione più alta mai emessa in città nei casi di mancata emissione degli scontrini fiscali. Il provvedimento resterà in vigore per 15 giorni feriali a cui si aggiungono quelli festivi corrispondenti al periodo indicato. Secondo gli accertamenti effettuati dai finanzieri risultano almeno quattro mancate emissioni dei documenti fiscali. La prima violazione porta la data del 4 settembre 2008, la seconda del 7 ottobre 2009, la terza del 4 settembre 2010 e l’ultima del 16 febbraio scorso. Ma è chiaro che il “cartelino rosso” della Guardia di finanza è scattato proprio in concomitanza con le indicazioni di “tolleranza zero” in materia fiscale da parte del Governo.

Al provvedimento di chiusura del negozio che è particolarmente frequentato da clienti sloveni, croati e in genere cittadini dell’Est e ultimamente anche triestini attirati dai prezzi stracciati, si è arrivati dopo un’indagine durata molti mesi e come conseguenza di alcune ispezioni effettuate nelle ultime settimane. Funzionari delle entrate e finanzieri in borghese sono entrati nel negozio di abbigliamento soprattutto nelle giornate di sabato o prefestivi e hanno osservato dall’interno quello che accadeva. Poi - regolarmente - si sono manifestati e hanno rilevato le infrazioni. Per prevenire questi controlli pare addirittura che ultimamente siano stati incaricati alcuni dipendenti di rimanere in strada di vedetta per controllare la situazione fuori dal negozio e avvisare nel caso di controlli. Qualche tempo fa “Pino Shop” era già finito nel mirino dell’Agenzia delle entrate per la mancata emissione di scontrini fiscali. Era scattato il black out di 10 giorni avvenuto. Poi altri episodi, altre dimenticanze e la nuova chiusura.

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