Pochi minuti di vita per Thomas È morto al Burlo dopo il parto

Durante l’intervento, che non era considerato a rischio, sono sopravvenute complicazioni che hanno provocato il soffocamento del bambino. L’assurdo silenzio dell’ospedale
Di Corrado Barbacini

Si chiamava Thomas ma ha vissuto solo per pochi minuti. È morto l’altro pomeriggio al Burlo - a causa di una grave sofferenza perinatale - proprio nel momento in cui la sua mamma stava disperamente cercando di farlo vivere. A nulla sono servite le manovre di rianimazione e intubazione effettuate dai pediatri e dalle ostetriche presenti in sala parto.

Il parto, da quanto si è saputo, non era di quelli considerati a rischio. Quello dell’altro pomeriggio avrebbe dovuto essere un intervento di routine. Uno come tanti nell’ospedale infantile di via dell’Istria. Eppure qualcosa è andato tragicamente storto. La direzione sanitaria è stata subito informata dell’accaduto. Ma ieri pomeriggio nonostante le numerose telefonate nessuna fonte ufficiale del Burlo (che è un ospedale pubblico) ha voluto spiegare cosa effettivamente potrebbe essere accaduto in sala parto. Certo è che, come sempre accade in questi casi, il piccolo morto poco dopo la nascita nato è stato sottoposto all’autopsia ed è stata informata la Procura della Repubblica.

Thomas, secondo le prime ipotesi dei sanitari, sarebbe morto soffocato a causa di un problema sorto poco prima del parto, un attimo prima del parto vero e proprio, quando era ancora nella pancia della mamma, un problema a quanto pare connesso all’inalazione di meconio costituito dai prodotti delle secrezioni intestinali del bambino unitamente a cellule epiteliali desquamatesi e dal liquido amniotico ingerito durante il periodo pre-natale: qualora non si abbia l'eliminazione del meconio il rischio è quello di una sofferenza fetale relativamente grave.

Il meconio è il termine usato per le feci di un neonato subito dopo la nascita, prima che il bambino inizi a digerire il latte materno. In alcuni casi, il bambino emette feci (appunto meconio) mentre è ancora dentro l’utero. Questo accade di solito, secondo la letteratura, quando i bambini sono sotto stress perché non ricevono abbastanza sangue e ossigeno.

Una volta che il meconio è passato nel liquido amniotico che lo circonda, il bambino può respirarlo. Questo può accadere quando il bambino è ancora nell’utero, o quando è ancora coperto da liquido amniotico dopo la nascita. E, come sarebbe accaduto in questo caso, il meconio può anche bloccare le vie aeree del bambino dopo la nascita.

E sarebbe questa la situazione che all’improvviso si è verificata in sala parto l’altro pomeriggio. I medici del Burlo hanno fatto l’impossibile per “pulire” i polmoni del bambino che aveva ormai un colore cianotico della pelle a causa delle sostanze che aveva ingerito.

Ma non c’è stato nulla da fare. Il cuoricino del piccolo Thomas dopo pochi minuti ha smesso di battere.

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