Pochi infermieri nel reparto: turni in dialisi fino a notte fonda

di Claudio Ernè
Una stanza chiusa, inagibile con quattro apparecchi per l’emodialisi inutilizzati per carenza di infermieri.
Sta accadendo da un paio di giorni a Trieste dove il Centro dell’Ospedale Maggiore e quello di Cattinara assistono complessivamente 230 persone affette da insufficienza renale cronica.
La denuncia del peggioramento di una situazione già difficile, viene dal segretario regionale dell’Associazione emodializzati Leo Udina che da anni si batte per i diritti di questi cittadini svantaggiati. La causa del peggioramento della situazione è attribuita all’incompleta sostituzione degli infermieri che vanno in pensione. La Regione sta tagliando orizzontalmente i posti di lavoro anche in questo delicato settore. Per cinquanta infermieri professionali che escono, solo venti coprono i vuoti provocati negli organici dai pensionamenti.
«Per addestrare adeguatamente un infermiere da impiegare nel Servizio di dialisi, servono dai quattro ai sei mesi» spiega Leo Udina. «Sulla carta 50 infermieri sono formalmente presenti nel reparto ma le ferie, le malattie, i permessi spesso ne tolgono 10 o 12 dal servizio. Ecco perché quattro macchine sono ferme e una stanza con quattro posti non è più usata. Questo comporta un allungamento delle attese per i pazienti che devono essere dializzati. Ore in più, spostamenti dei trattamenti verso la notte fonda».
Ai normali orari di dialisi diurna - dalle 7.30 alle 12.30 e alla 14 alle 18 - si affianca già da tempo un terzo turno dalle 19.30 alle 23.30. Poi il paziente - statisticamente l’80 per cento ha più di 65 anni - deve ritornare a casa.
Va aggiunto che la situazione sembra destinata ad aggravarsi, perché a Trieste il numero di persone costrette a ricorrere alla dialisi, è in costante aumento per il progressivo invecchiamento della popolazione. Tre anni fa erano 180 i pazienti che ogni due giorni si affidavano alla “macchine”: ora sono 230. Ogni giorno tra i l’Ospedale Maggiore e in quello di Cattinara oltre 100 triestini vengono dializzati.
Su questa drammatica situazione è intervenuto ieri il vicepresidente della Commissione Sanità della Regione, il medico Sergio Lupieri che ha sollecitato un immediato intervento dell’assessore Vladimir Kosic. «Il numero dei pazienti da dializzare è in costante crescita, mentre le carenze nei ruoli del personale medico e infermieristico rendono la situazione insostenibile».
«All’Ospedale maggiore vi sono 42 posti letto più uno di isolamento, mentre a Cattinara i posti di dialisi sono dodici a cui si affiancano altri quattro nella cosiddetta sala Jolly e uno in isolamento. Questa organizzazione del lavoro prevede turni di 12 ore per i medici e per gli infermieri. E’ una attività stressante e di alta specialità - scrive Sergio Lupieri - ed è difficile pensare che possa continuare a lungo con questa frequenza e intensità».
Un analogo problema era sorto a giugno e la stessa associazione lo aveva denunciato pubblicamente. Sei mesi fa il primario del Reparto di dialisi dei due ospedali, Giovanni Oliviero Panzetta, aveva confermato che alcune dialisi dovevano essere effettuata a sera inoltrata a causa delle ferie del personale; ma aveva anche evidenziato di essere riuscito a evitare che l’emergenza si ripercuotesse sui malati cronici. «Nel turno serale effettuiamo le dialisi sui pazienti già ricoverati in ospedale». Il primario aveva anche negato che si trattasse di un «allarme vero e proprio, perché a pieno regime il numero di infermieri sarebbe sufficiente». Poi aveva ammesso che a causa delle assenze per ferie chi lavora “è stanco è stressato dai turni di notte. Qualcuno dovrebbe intervenire”.
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