Pochi giochi, troppi compiti: in crisi i ricreatori

Cosa sono i ricreatori. Sono degli spazi ricreativi gestiti dal Comune (il corrispettivo degli oratori) di antica tradizione triestina. Fondati dall'Impero Austro-Ungarico, sono una realtà unica in Italia: sorti nei primi anni del Novecento, sono caratterizzati da un’impostazione rionale e laica.
Presso ogni ricreatorio si svolgono svariate attività ricreative: a quelle, fondamentali e comuni a tutti i ricreatori (attività sportive , musicali e manuali), se ne affiancano altre specifiche di ciascuna struttura, quali la danza, la psicomotoricità, l’attività teatrale, l’attività musicale di tipo bandistico nonché varie discipline sportive specifiche. Presso tutti i ricreatori sono allestiti dei centri multimediali attrezzati.
Quante sono le strutture. A Trieste sono 12, ciascuno con una propria storia. Il ricreatorio più vecchio è il Giglio Padovan, che vide la luce nel 1908. Tra i suoi ex “allievi” famosi ci sono i campioni della pallacanestro Cesare Rubini, Gianfranco Pieri e Alberto Tonut, il politico Gianni Cuperlo. È quello con il campo giochi più spazioso, vanta una sede collocata in una villa neoclassica ed è l'unico che accolse, nel 2000, la visita di un presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi.
Quali problemi stanno attraversando. I numeri raccontano la fuga registrata negli ultimi anni: dopo l'introduzione delle rette obbligatorie, avvenuta nel 2013, gli iscritti sono scesi progressivamente passando dai 3.500 di quattro anni fa, ai circa 1.700 attuali. Le somme possono raggiungere anche i 200 euro l’anno. La quota esatta chiesta ai genitori è comunque correlata all'Isee e consente l'esonero totale per i nuclei in difficoltà economica.
Nel tempo, secondo l’assessore Brandi, hanno smarrito anche la loro funzione originaria, quella di promuovere la socializzazione e il divertimento perché sono diventati sempre più una sorta di prolungamento delle scuole. Il Sis, il Servizio integrativo scolastico (un doposcuola pomeridiano, ndr), introdotto nelle strutture, ha fagocitato il resto delle attività ludiche. Con il risultato che i bambini e i ragazzi alla fine andavano in ricreatorio per studiare e non per giocare.
Le strategie per il rilancio.
-Tariffe simboliche per le iscrizioni: (quasi) gratis. La giunta Dipiazza sta studiando un piano per togliere le tariffe a partire dal prossimo anno;
- Wifi gratuito, su iniziativa dell'assessore all'Educazione Angela Brandi;
- Orari stretti per i compiti: alle 16,30 si chiudono i libri;
- Allargare le attività da portare tra i giovani.
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