Poche rondini in volo: colpa del Carso ma anche dell’Africa
L’esperto: con le stalle sull’altipiano scende il numero di nidi. E nel Continente nero alcune tribù mangiano questi uccelli

A Trieste la primavera è ormai arrivata, ma dove sono sparite le rondini? Vedere uno stormo di questi migratori volare nel cielo della nostra città è ormai cosa rara. «Dipende dall'uso di pesticidi e di anticrittogamici, - elenca Paolo Zucca, veterinario dell'Azienda sanitaria ed esperto di animali selvatici - dalla diminuzione di stalle e allevamenti sul nostro Carso nonché dalle nuove abitudini di alcune tribù africane dove le nostre rondini vanno a svernare, e per le quali esse sono diventate fonte importante di proteine».
Fattori diversi che, anno dopo anno, stanno mettendo seriamente a rischio la popolazione di questo piccolo uccello migratore dell'ordine dei passeri presente in Europa, in Asia, in Africa e nelle Americhe. «Fino a un decennio fa non si sapeva dove andassero a svernare le nostre rondini - racconta l'etologo Zucca - poi i ricercatori della fauna selvatica hanno scoperto due enormi "dormitori": uno in Nigeria e l'altro nella Repubblica Centro Africana dove svernano due milioni di rondini e transitano venti milioni di migratori ogni inverno». E la fame di chi vive in quelle zone ha spinto alcune tribù a catturare e mangiare gli uccelli. Si stima che lì giornalmente ne vengano catturati 5 mila con un impatto annuale di ben 600 mila esemplari. È evidente che quello che quello che sta succedendo in Africa e i cambiamenti della zootecnia locale rendano sempre più difficile la vita di questi volatili.
Il costante calo del numero delle rondini è comunque un fenomeno che non colpisce solo la nostra città. Secondo Birdlife International, l'organizzazione per la conservazione delle specie aviarie, la popolazione di rondini in Italia è diminuita in media del 35%. Nelle poche stalle rimaste sul nostro Carso, i censimenti raccontano di riduzione dei nidi pari al 70%. Sotto il tetto di un ricovero per ovini o per mucche che anni fa ospitava dai 10 ai 15 nidi, oggi se ne contano forse cinque, di cui uno o due abitati. Così, nemmeno sull'Altipiano si sente più tanto spesso il garrire delle rondini che, nutrendosi soltanto di insetti come zanzare, mosche, moscerini, vespe o cavallette funzionano da antiparassitario naturale: non entrano in concorrenza con i raccolti (come il passero, ad esempio, che è granivoro) e, anzi, contribuiscono alla loro tutela e alla variabilità del territorio. Insomma, meno rondini vuol dire più insetti in circolazione.
«A Trieste alcuni nidi di rondine sotto i tetti vengono distrutti - riferisce Ilario Zuppani, consigliere regionale Lipu e guardiacaccia - secondo la gente sporcano. Le tante ristrutturazioni mettono a dura prova questi uccelli e sul nostro Carso stanno venendo a mancare anche alcune zone umide ricche di insetti, come gli stagni, un tempo utilizzate e mantenute da chi praticava la pastorizia».
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