Pm 10 e benzoapirene sotto i limiti di legge, la Ferriera centra il traguardo ambientale

TRIESTE Siderurgica triestina va alla “controffensiva”. L’azienda che gestisce l’attività della Ferriera di Servola si prepara a inviare alle istituzioni un rapporto, basato sui dati raccolti dall’Arpa, in cui tira le fila dei risultati raggiunti nel periodo Arvedi dell’impianto.
Lo stesso rapporto è stato presentato ieri alla stampa. Il dirigente del gruppo Arvedi Renato Crotti ha sintetizzato così la posizione dell’azienda: «In questi anni abbiamo portato i posti di lavoro da 350 ai 600, numero che raggiungeremo entro l’autunno grazie al laminatoio. I dati ambientali, rilevati da soggetti terzi, confermano il rispetto pieno dei parametri. L’Aia richiedeva dei miglioramenti che si sono verificati. Confermiamo la disponibilità al confronto, ma chiediamo rispetto per il lavoro nostro e per chi lavora qui».
Il rapporto dell’azienda si basa su «dati ufficiali di Arpa» nonché dati dell’azienda stessa. Questa la posizione sull’ambiente: «Nel periodo 2015-2018, grazie agli interventi effettuati e alle attività messe in atto, i valori di polveri fini (PM10) misurate nelle varie centraline poste intorno all’impianto hanno registrato riduzioni significative che vanno dal 15 al 30%». I valori, prosegue l’azienda, «sono ampiamente inferiori ai valori normativi a autorizzativi».
Quanto al benzoapirene: «Allo stato attuale i valori al perimetro dello stabilimento risultato ampiamente inferiori al valore obiettivo normativo (1ng/m3) essendosi portati dal dato medio annuale di 1.22 registrato nel 2015 al dato medio annuale di 0,82 del 2017, con una ulteriore diminuzione nella media del 2018, che ad oggi si attesta a 0,69». L’azienda assicura inoltre che «grazie all’installazione di un nuovo impianto di trattamento delle emissioni della cokeria risultano pressoché dimezzati i valori delle concentrazioni di benzene». Per quanto riguarda le polveri, Siderurgica triestina afferma che «alcune stazioni deposimetriche dal 2015 al 2017 hanno fatto registrare riduzioni pari circa al 40%».
L’azienda si è avvalsa di due consulenti tecnici, Alessandra Barocci e Alessandro Casula, per illustrare i miglioramenti apportati all’impianto. Ha spiegato Barocci: «L’azienda ha sottoscritto un accordo che prevedeva la realizzazione di tre punti. Il primo era la bonifica del sito intesa come messa in sicurezza operativa. Ciò comportava la realizzazione delle pavimentazioni, il contenimento e la sistemazione dei 19 piezometri contaminati nel 2014. Il secondo erano tutti gli interventi destinati al proseguimento delle attività, destinati agli impianti. Il terzo riguardava invece lo sviluppo economico, ovvero la cosiddetta area a freddo».
Tutti e tre i punti, ha proseguito Barocci, sono stati perseguiti: «Ogni intervento è soggetto all’Autorizzazione integrata ambientale, che prevede un piano di monitoraggio estremamente serrato. Solo quest’anno ci sono state 75 verifiche ispettive. Nessun’altra acciaieria ha un sistema di controllo di questo tipo».
Ha aggiunto Casula: «A volte sembra passare il messaggio che i parametri che ci sono stati imposti sarebbero un trattamento “di favore” da parte delle istituzioni che hanno sottoscritto l’accordo di programma. Ma non è così. L’Aia a cui la Ferriera è soggetta fa riferimento ai parametri europei entro i quali bisogna rimanere per non nuocere alla salute e all’ambiente. E quei parametri sono rispettati. Abbiamo anzi accettato di sottoporci alle interpretazioni più restrittive». —
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