Pizzerie, in vendita la storica “2002”

Era una delle attività di successo che i fratelli Procentese avviarono nel corso dei decenni
Lasorte Trieste 27/01/14 - Via Settefontane, Pizzeria 2002
Lasorte Trieste 27/01/14 - Via Settefontane, Pizzeria 2002

Sulla porta d'ingresso c’è il cartello “Vendesi attività e muri”. La storica pizzeria 2002 in via Settefontane ha chiuso i battenti dopo una lenta agonia. Proprietario del locale Rino Procentese, la gestione negli ultimi anni era stata curata da un'altra persona che per mesi aveva da ultimo tentato invano un rilancio, abbinando alle pizze piatti di carne scontati. Ma la ljubljanska a 10 euro o il menu a prezzo fisso avevano attirato pochi clienti. «Speriamo di riuscire a vendere – commenta Procentese – se ne va un pezzo della storia della ristorazione a Trieste ma i ricordi restano». Nella memoria di tanti triestini la 2002 resta tra le pizzerie più frequentate e apprezzate negli anni Ottanta, nata per rispondere alle tante richieste della vicina 2000 dove le prenotazioni erano incessanti e la sala sempre piena.

È una lunga storia quella dei Procentese, la famiglia che tra gli anni Sessanta e Ottanta - con i fratelli Antonio, Enzo, Salvatore, Ciro e Rino - ha rivoluzionato il mondo della ristorazione in città avviando con successo dieci locali, alcuni tuttora in attività. L'avventura era partita dalla pizzeria Perugino per proseguire poi, in anni diversi, con la 2000, la 2001 e la 2004, l'Aquila, la Capri, la Vulcania, i Giardini di Naxos e il Barattolo, aperto da Antonio nel 1981 e portato avanti ora dai figli. Da Napoli a Trieste con la passione per la pizza, che aveva riscosso in breve apprezzamento incredibile tra i triestini. Era stato Antonio - il primo ad arrivare in città, con esperienze maturate anche a Padova e Lignano - a trasmettere l’arte della pizza ai fratelli ed è stato lui a introdurre alcune novità che in futuro sarebbero state adottate da tutti nel settore. «Mio padre ha ideato i contenitori refrigerati per gli ingredienti delle pizze – spiega Maurizio Procentese – e ha rivoluzionato la stessa struttura interna della pizzeria, introducendo per esempio il primo bancone tondo costruito ad hoc. È stata un’epoca d'oro, caratterizzata certo da una minore pressione fiscale su proprietari e gestori e da un benessere economico generale iniziato negli anni Settanta e aumentato negli Ottanta. Tutto questo determinava un modo di lavorare diverso, più gratificante».

Delle varie pizzerie la Perugino è stata chiusa, la 2000, venduta anni fa, è diventata una banca. La 2001 è ancora aperta ma con un'altra gestione, la 2004 non esiste più. La Capri resta di proprietà dei Procentese, così come il Barattolo e l'Aquila, mentre Giardini di Naxos e Vulcania hanno cambiato sia gestore che nome (ora si chiamano Peperino e Marinato). La 2002 intanto attende un acquirente. «Mi ricordo i racconti di mio padre e mio zio, quando le pizzerie erano frequentate da moltissimi triestini e anche da tanti volti noti. Tra questi – chiude Maurizio – Nino Benvenuti e soprattutto Nereo Rocco, che ordinava sempre l'Amarone».

Micol Brusaferro

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