PIZZE GOURMET E SALUTISTE SFONDANO NEGLI USA MA C’E’ L’INCOGNITA TRUMP

di DONATELLA SCHETTINI
L’agroalimentare in Friuli Venezia Giulia ha un nome: Edoardo Roncadin. E’ l’amministratore delegato di Bo Frost Europa, fondatore e presidente di Bo Frost Italia. Da lui è nata l’idea dello stabilimento di pizze surgelate di Meduno che porta il suo nome, sviluppato dal figlio Dario. Aziende che, nonostante la crisi, Brexit e la ventata protezionista, hanno numeri in crescita.
Lo stabilimento per le pizze surgelate Roncadin di Meduno oggi impiega 500 addetti, in gran parte donne. Pizze che hanno mercato soprattutto nelle grandi catene di distribuzione di Italia, Germania, Regno Unito, Stati Uniti, Asia e Australia. Una quota che varia dal 70 al 75 cento va all’estero, mentre solo il 10 per cento si sviluppa nel porta a porta di Bo Frost. Del gruppo fa parte anche l’azienda di Genova che si occupa della produzione di pizze e focacce senza glutine. «Soprattutto per il mercato americano dove il problema è molto sentito - afferma Edoardo Roncadin - abbiamo preso la decisione di investire nella produzione di pizza e focacce senza glutine. Abbiamo aperto a Genova uno stabilimento con un partner che aveva il know how per questo tipo di produzione. Stiamo producendo anche una focaccia con farina di cavolfiore che sta andando molto bene». Tutta la produzione senza glutine sta dando ottimi risultati sia in Europa che negli Stati Uniti e si prevede un ulteriore sviluppo.
Risultati che hanno spinto la famiglia Roncadin a investire nello stabilimento di Meduno: attualmente la capacità produttiva delle cinque linee è di 90 milioni di pizze l’anno. A metà 2017 sarà operativa la sesta linea, da 8 mila pizze l’ora che porterà la capacità produttiva a 120 milioni di pizze l’anno. «Stiamo portando a termine gli investimenti a Meduno - prosegue Edoardo Roncadin - che hanno previsto l’ampliamento della cella frigorifera, del magazzino e dei reparti di ricerca, sviluppo e formazione. Abbiamo adeguato il sistema informatico e allestito la sesta linea che entrerà in funzione a metà anno».
«Se sapevo la sesta linea la facevo in America», una battuta che nasconde in Roncadin la preoccupazione legata a due grandi eventi di attualità che possono incidere sui ricavi: la Brexit inglese e l’elezione di Donald Trump a presidente degli Usa con i suoi propositi protezionisti. «Roncadin - afferma - lo scorso anno per la Brexit e la svalutazione della Sterlina ha perso in Inghilterra tra il 7 e l’8 per cento del fatturato. Adesso la preoccupazione è per le decisioni di Trump di rimettere i dazi doganali. Tutti questi nuovi protezionismi, fatti da dogane e svalutazioni, cambiano un po’ quella che era la visione della globalizzazione. Non stiamo perdendo ma non dormiamo sonni tranquilli».
Problemi che non riguardano Bo Frost, azienda leader nella vendita porta a porta di prodotti surgelati. Una realtà che conta 2 mila 200 dipendenti in Italia e 11 mila in Europa. «In Europa questo porta a porta vale 3 miliardi di euro - sottolinea Edoardo Roncadin - e Bo Frost ne fa un miliardo 300 milioni. E’ un azienda leader in tutti Paesi ad eccezione della Francia». Mercato di riferimento è la Germania dove Bo Frost è nata con 730 milioni di euro di fatturato, seguita da Italia (230 milioni), Benelux (Belgio, Olanda e Lussemburgo), Spagna, Austria e Svizzera.
«Siamo un’azienda in espansione con tassi di crescita del 5 per cento - sottolinea l’imprenditore -. Il problema di Bo Frost in questi ultimi anni è la stretta sulla privacy telefonica. Siamo nati tradizionalmente suonando il campanello nelle case, ma l’altra strada che abbiamo seguito negli ultimi 10 anni è stata quella delle telefonate». Bo Frost ha un proprio call center con lavoratori assunti a tempo indeterminato. «Dieci anni fa funzionava perché c’eravamo solo noi - prosegue Roncadin -, poi hanno cominciato a farlo tutti e il legislatore ha messo le barriere. Oggi in Europa non si può telefonare senza il consenso del cliente. Per questo Bo Frost sta soffrendo una perdita di performance nella telefonia che si aggira sul 2/3 per cento». Una perdita compensata dall’aumento del porta a porta. In attesa della chiusura d’anno, che per Bo Frost si registra a fine febbraio con il nuovo catalogo, la previsione è di una ulteriore crescita: «Prevediamo un incremento del 4 per cento» annuncia l’imprenditore. Stenta a decollare in Italia la vendita on line: «In Germania rappresenta il 3% del fatturato - conclude Roncadin - in Italia appena lo 0,5%».
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