Pizze consegnate dal rider e fogli passati sotto la porta: ecco come Fedriga vive l’isolamento fiduciario a Palazzo
TRIESTE «La pizza la porti in via dell’Orologio 1. Sì, è il palazzo della giunta regionale». Dalla sera di lunedì 19 aprile il governatore Massimiliano Fedriga vive, dorme e mangia nella sede della Regione, dove occupa la foresteria dell’edificio che un tempo appartenne al Lloyd Triestino.
Il presidente si è messo in quarantena fiduciaria dopo la positività al Covid del suo portavoce Edoardo Petiziol e dell’assessore Alessia Rosolen. Fedriga è negativo al tampone, ma rimarrà in isolamento fino a domenica: il conteggio parte da giovedì scorso, quando ha incontrato per la prima volta il braccio destro potenzialmente contagioso.
Il governatore è arrivato domenica sera nella foresteria, portandosi un borsone con qualche vestito di ricambio e poco più. Non mancano giacche e camicie, «perché devo continuare a lavorare» e pure fare collegamenti televisivi usando il tablet. Le giornate sono scandite da videoconferenze su videoconferenze: quelle che da tempo il presidente fa col resto d’Italia e quelle che ha dovuto cominciare a fare anche col proprio staff, che lavora nella stanza a fianco.
La foresteria è collocata infatti al piano della presidenza e Fedriga non può uscirne. La stanza con bagno è stata realizzata l’anno scorso, quando la giunta ha deciso di vendere l’appartamento presidenziale di via Filzi e limitarsi a creare uno spazio in cui ospitare il massimo vertice della Regione in caso di necessità. Finora non era mai servita.
Il Covid ci ha cambiato la vita e pure firmare un documento diventa un’impresa. I fogli vengono passati sotto la porta del presidente, che indossa i guanti, disinfetta la penna, firma e poi disinfetta pure il foglio, prima di ripassarlo al collaboratore. Nella foresteria manca la cucina e Fedriga ordinerà ogni giorno la cena con i servizi di delivery: ai rider toccherà la strana consegna al portone della sede della giunta regionale.
Non è il primo isolamento a palazzo per un esponente politico del Friuli Venezia Giulia. L’esperienza l’ha fatta pure il ministro Stefano Patuanelli, che dovette mettersi in quarantena in via Veneto, nelle stanze del ministero dello Sviluppo economico. Lì la cucina c’era e Patuanelli (che cucinava da sé) si trovò così bene, che decise di disdire la casa affittata a Roma, rimanendo a vivere al Mise.
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