Più infrastrutture e grandi eventi per attrarre visitatori a Trieste: la politica si divide sul futuro del turismo

Tutti concordi sull’esigenza di collegamenti più efficienti per la crescita del settore. Ma sulle possibili ricadute e sul tipo di offerta da proporre le opinioni divergono
Andrea Pierini
Turisti a Trieste in una foto di repertorio
Turisti a Trieste in una foto di repertorio

TRIESTE Creare infrastrutture in grado di rendere Trieste più facilmente raggiungibile. I capigruppo in Consiglio comunale hanno pochi dubbi su quale sia il nodo principale sul quale investire quando si parla di turismo. Maggioranza e opposizione hanno invece opinioni diverse su quelle che sono le ricadute del comparto nel contesto economico della città, anche se tutti - in un dibattito che resta vivace dinanzi a numeri in crescita - sono concordi sul fatto che esso rappresenti un settore da valorizzare.

Partendo dalle forze di maggioranza, tutti i capigruppo sottolineano che si sta lavorando su diversi fronti, come i parcheggi contenitore in Porto vecchio e nell’area del mercato ortofrutticolo. Roberto Cason, capogruppo della Lista Dipiazza, rilancia inoltre il park sotto la Stazione marittima. Secondo Marcelo Medau, capogruppo di Fratelli d’Italia, «se da qualche anno Trieste è diventata appetibile vuol dire che si sta lavorando bene».

Concetti condivisi da Stefano Bernobich, capogruppo della Lega: «Si può migliorare ancora intervenendo su cartellonistica, App e punti informativi. Non dobbiamo dimenticare lo sviluppo della parte industriale: purtroppo oggi ci sono importanti crisi. Ma il turismo è una fetta di mercato in più».

Alberto Polacco, capogruppo di Forza Italia, esclude possibili crisi di rigetto da parte della città dinanzi all’aumentare del numero di turisti: «Sicuramente bisogna lavorare sul potenziamento dei collegamenti ferroviari - in particolare sulla linea Trieste-Venezia - e aeroportuali, con gli hub internazionali. Con i parcheggi contenitore bisogna poi far crescere il trasporto pubblico potenziando anche i collegamenti transfrontalieri». Cason annota che «i triestini si erano abituati alla presenza dei turisti già prima della pandemia: fondamentale è però il rispetto delle regole, a partire dal mantenimento dell’ordine e della pulizia della città. Credo sia molto importante puntare sul turismo culturale - perché la nostra città ha molto da offrire tra musei e castelli - ma anche su quello gastronomico; il tutto condito da una promozione forte e costante a tutti i livelli».

Per Mirko Martini di Noi con l’Italia «è doveroso investire in infrastrutture per semplificare l'accesso alla città. Bisogna puntare poi su servizi innovativi: musei, parchi e attrazioni in realtà aumentata; e poi sulla formazione nelle strutture ricettive e sul turismo subacqueo, andando a creare anche strutture sommerse per il ripopolamento ittico».

Dall’opposizione Giovanni Barbo, capogruppo del Pd, spinge per «aumentare le risorse su attrattori reali e grandi eventi, migliorare le infrastrutture di collegamento fra Trieste e il resto d'Italia, investire su parcheggi fuori dal centro storico, che va invece ulteriormente pedonalizzato». Per Riccardo Laterza, capogruppo di Adesso Trieste, «serve incentivare la qualità - il turismo culturale, i cammini e il cicloturismo - prevenendo così i devastanti impatti del turismo di massa già visti in altre città».

Paolo Altin, capogruppo di Punto Franco, auspica che non ci sia un «all-in sul settore croceristico. Bisogna cercare di sviluppare una proposta diversa da quella del turismo mordi e fuggi che non lascia poi moltissimo alla città. Una offerta culturale, enogastronomica, di mobilità sostenibile, una rivitalizzazione dei piccoli negozi, delle botteghe artigiane e artisti. Tutto per far sì che i turisti restino a Trieste».

Anche Alessandra Richetti del M5S punta su un turismo slow «stanziale, familiare, culturale e ambientale, quindi consapevole, non un “mordi e fuggi” come quello accettato oggi dalla nostra Amministrazione». Concetti condivisi da Marco Bertali del Movimento 3 V: «Il turismo lento è stato definito dal professor Moreno Zago “un mix di contaminazione, autenticità, sostenibilità, lentezza, emozione”. Va considerata cioè una tipologia di turista slow che desidera una città dove immergersi nella quotidianità locale, vivere la natura, poter praticare attività sportive, osservare il passato e riappropriarsi del tempo». —

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