Più abitanti in Istria, calano in Quarnero

I primi dati del censimento croato assegnano la “maglia nera” a Fiume che in 10 anni ha perso 15 mila abitanti

FIUME. I primi risultati preliminari del censimento tenutosi lo scorso aprile in Croazia parlano chiaro: la Regione del Quarnero e Gorski kotar è passata in dieci anni da 305 mila 505 a 296 mila 123 abitanti, mentre invece l’Istria ha tenuto botta, vedendo aumentare la popolazione da 206 mila 344 a 208 mila 440 abitanti. La destrutturazione demografica si è fatta particolarmente sentire a Fiume, città che nel 2001 aveva 144 mila abitanti, mentre ora in riva al Quarnero vivono poco meno di 129 mila persone. La flessione è di quasi l’11 per cento, quale conseguenza della chiusura negli ultimi anni di circa 30 mila posti di lavoro e per lo scarso spazio a disposizione per l’ edilizia familiare. Ne deriva che migliaia di persone si sono trasferite nell’ hinterland fiumano, soprattutto nelle municipalità di Castua, Viskovo, Mattuglie e Cavle dove sono maggiori le opportunità d’impiego e di avere una casa o un alloggio nuovi. Il calo demografico nel Quarnero ha colpito pure le città di Abbazia (da 12 mila 719 a 11 mila 759) e Crikvenica (da 11 mila 348 a 11 mila 193). Così è andata pure nelle isole quarnerine, fatta eccezione per l’ isola di Veglia. A Veglia città gli abitanti sono 6 mila 243 (5 mila 491 nel 2001) e aumenti sono stati registrati negli altri comuni dell’isola, a Bescanuova, Dobrinj, Malinska, Ponte e Verbenico. Cali invece nelle altre isole: ad Arbe si è andati da 9 mila 480 a 7 mila 944 persone, a Cherso da 2 mila 959 a 2 mila 853 e a Lussinpiccolo da 8 mila 388 a 8 mila 070.

Chiamato a commentare questi risultati il sindaco di Fiume, Vojko Obersnel si è detto preoccupato: «Il trend riguarda comunque tutta la Croazia, Paese di 4 milioni e 291 mila abitanti e che in dieci anni ha avuto un taglio demografico di 147 mila unità. Molti i fiumani che hanno deciso di andare a vivere e lavorare nei comuni vicini, sapendo che la loro città non offre opportunità come qualche decennio addietro». L’ Istria, come già riferito, ha registrato un aumentino di circa 2 mila abitanti. Niente di eccezionale, ma comunque non si è sulla falsariga di quanto avvenuto a livello nazionale, segno che l’Istria non si spopola più come avvenuto più volte nel passato. Le due maggiori città istriane, Pola e Parenzo, non hanno però rispettato questa caratteristica, imitando quanto verificatosi a Fiume, Spalato e Osijek. Dai 58 mila 594 abitanti del 2001, Pola ne ha ora 57 mila 765, mentre Parenzo è passata da 17 mila 460 a 16 mila 696 persone. Cali pure per Buie, Albona e Pisino. Leggero ritocco all’insù per Rovigno, discreto aumento per Umago, con note positive pure a Dignano, Pinguente e Cittanova. Aggiungiamo il dato sulle abitazioni: in Istria ve ne sono 134 mila 251, di cui circa 30 mila abitate saltuariamente. Il dato per il Quarnero e Gorski kotar indica la presenza di complessive 195 mila 066 unità abitative, delle quali circa 51 mila non vedono la presenza fissa dei loro proprietari.

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